Ministro Costa: “Adozioni, la legge va cambiata meno procedure, più aiuti”

la stampaOgni tre giorni un bambino adottato viene restituito allo Stato. Ogni anno cento famiglie si arrendono e rinunciano all’affidamento dei minori. La Commissione preposta al controllo delle adozioni internazionali, come ha rivelato l’inchiesta pubblicata ieri, 13 marzo 2016, da La Stampa, non pubblica i dati da due anni a questa parte. Il ministro Enrico Costa, che oltre al dicastero degli affari regionali ha anche la delega alla famiglia, ammette e rilancia: “Sono numeri significativi. D’altra parte l’attenzione sul tema si sta alzando. Anche la commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza ha svolto un lavoro approfondito“.  Riportiamo alcuni stralci dell’intervista realizzata da Francesco Maesano, giornalista de La Stampa pubblicato oggi 14 marzo 2016.

La Cai, la commissione per le adozioni internazionali, non comunica i dati da due anni.  

Quei dati devono essere resi pubblici. Auspico che almeno in sede di indagine conoscitiva della commissione Giustizia tutti i numeri vengano depositati in Parlamento“.

In Italia ci sono ben 62 enti autorizzati a lavorare sulle adozioni internazionali contro i 34 della Francia e i 12 della Germania. Non sono troppi?

Senza dubbio anche li occorrono delle razionalizzazioni”.

State pensando di intervenire?  

Il tema è tornato d’attualità in Parlamento. In commissione Giustizia sono cominciate le indagini conoscitive, sono state ascoltate le associazioni ed è venuto fuori un quadro molto complesso. Uno dei temi che è emerso è che si lavora molto sulla fase preadottiva mentre bisognerebbe lavorare anche in quella successiva”.

Cioè una volta adottato lo Stato si scarica della responsabilità del minore?

Non dico questo, ma dico che dovrebbe esserci un’attenzione maggiore“.

In che modo?  

Occorre che la presenza sul territorio sia capillare e adeguata. Oggi abbiamo una situazione che da regione a regione è molto diversa. In alcune aree c’è maggiore attenzione, in altre ci sono gravi carenze. È necessario un accompagnamento territoriale. Bisogna concertarlo con le regioni“.

Lei è anche ministro per gli affari regionali.  

Già. Quel che dico è che dobbiamo concentrarci sulle criticità. E, soprattutto, serve una norma che riordini la disciplina“.

Di iniziativa governativa?  

No io credo che l’iniziativa debba restare parlamentare“.

Dunque ci possiamo aspettare una riforma delle adozioni da qui alla fine della legislatura?  

Che la disciplina abbia bisogno di una rivisitazione è opinione comune. I passaggi che la regolano sono molti e complessi. Ora è il momento di intervenire. Ma non dimentichiamo che ogni passaggio è teso a garantire gli interessi del minore“.

Fonte: www.lastampa.it