Minori stranieri non accompagnati: a che punto è il progetto Bambini in Alto Mare?

misna

Parola d’ordine: Accoglienza giusta a misura di bambino. È questa l’idea che anima il progetto Bambini in Alto Mare, nato per rafforzare il sistema di accoglienza a favore dei minori stranieri non accompagnati e delle madri sole che approdano sulle coste italiane. A 8 mesi dal lancio del progetto, Amici dei Bambini propone una serata di confronto sui risultati raggiunti e su tutto ciò che è ancora necessario fare per accogliere degnamente chi fugge dalla guerra e dalla miseria.

Mercoledì 28 maggio, alle ore 21, presso la sede del Centro Servizi alla Famiglia “Fidarsi della Vita”, in viale Affori 12 a Milano, siamo tutti invitati alla “Serata Bambini in Alto Mare”. Un incontro a tema, organizzato con lo scopo di conoscersi e di aggiornarsi sullo stato del progetto, sulla situazione degli sbarchi, sugli sviluppi e le criticità legate al sistema di accoglienza dei Misna e dei nuclei mamma-bambino.

Era il 3 ottobre 2013 quando, al largo di Lampedusa, un barcone carico di migranti affondò, provocando la morte di 366 dei suoi passeggeri. Fu quello l’episodio che porto Ai.Bi. a dire “basta” alle tragedie del Mediterraneo e a impegnarsi per garantire ai migranti più deboli, minori e donne appunto, quell’accoglienza giusta che spesso lo Stato non riesce a offrire. Da quel momento 7 minori e una mamma con il suo piccolo sono stati accolti in famiglia e altri 47 tra bambini e ragazzi hanno trovato ospitalità in Casa Mosè. Questo è il centro di prima accoglienza per Misna che Ai.Bi. ha realizzato a Messina, spinta dalla volontà di offrire un luogo sicuro in cui vivere a chi è reduce da un viaggio drammatico e spera di poter costruire da qui un nuovo percorso di vita.

Se in questa prima fase, l’impegno si è concentrato prevalentemente in Sicilia, da qualche tempo Ai.Bi. è alla ricerca di famiglie residenti su tutto il territorio italiano che offrano la propria disponibilità ad aprire le proprie porte per l’affido temporaneo di un minore non accompagnato. Fino a oggi 1.238 famiglie hanno risposto a questo appello: sono tante, ma ancora troppo poche per fare fronte a un’emergenza che, solo dall’inizio del 2014, ha visto più di 3mila giovani migranti approdare sulle coste italiane.

Per continuare a verificare la situazione degli sbarchi e definire le modalità più idonee di accoglienza, Ai.Bi. può contare sui suoi referenti in loco e sui suoi operatori che periodicamente partono alla volta della Sicilia in missioni di monitoraggio. “Bambini in Alto Mare” non si ferma: l’impegno è ora diretto ad accelerare i tempi per gli affidi temporanei affinché si possano ospitare i tanti bambini che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste.

 

Per saperne di più sul progetto, visita il sito dedicato

 

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Per informazioni:

tel: 02 988221.2

e-mail: csf.fidarsi@aibi.it