Decreti di idoneità razzisti: all’esame del Csm

Il 5 agosto 2009 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha comunicato ad Ai.Bi. che la denuncia dell’associazione in merito ai decreti di idoneità razzisti è attualmente in esame al Consiglio Superiore della Magistratura per le valutazioni di competenza.

Lo scorso 12 giugno 2009 il Tribunale per i Minorenni di Catania aveva emesso un decreto di idoneità a un’aspirante coppia adottiva, indicandola “non disponibile ad accogliere bambini di pelle scura o diversa da quella tipica europea”.

Il colore della pelle come discrimen nell’accoglienza di un minore.

Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato.

L’associazione infatti già nel 2000 aveva segnalato alcuni decreti discriminatori nei confronti dei minori, emessi dal Tribunale dei minorenni di Ancona e Firenze, e per questo contestati dall’associazione nell’interesse dei minori a essere accolti da una famiglia.

Per Ai.Bi. si tratta di un provvedimento contrario al supremo interesse del minore, per questo lo scorso luglio Ai.Bi. ha denunciato la questione al Consiglio Superiore della Magistratura presieduto dal Capo dello Stato.

“E’ quanto meno sorprendente – dice Griffini – che in un mondo globalizzato e multiculturale come quello attuale, con un presidente americano nero e numerose leggi che in Italia condannano il razzismo in ogni sua forma, possano agire indisturbati giudici e tribunali che danno credito alle affermazioni di chi rifiuta un bambino solo perché “di colore” preferendo bambini dalla pelle “tipica europea”!”

Oltre ad avere denunciato il grave problema al Ministero della Giustizia, al Ministero delle pari Opportunità e alla stessa CAI (Commissione per le Adozioni internazionali), lo scorso 28 luglio Ai.Bi ha anche presentato un esposto alla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, nel quale è stato sollevato il problema e veniva richiesta la proposizione di un ricorso (ex art. 363 cod. proc. civ.). Si tratta di un ricorso in Cassazione che la Procura a propria discrezione potrà proporre per ottenere una pronuncia della Suprema Corte in merito alla corretta interpretazione della legge.