Nasce “Cerco una Famiglia”. Un progetto “speciale” per genitori “speciali” (2)

“La prima volta che ci dissero della sordità profonda di Anita era un giorno di febbraio del 2003. Aveva poco più di tre anni ed era con noi da una decina di mesi, i primi due dei quali trascorsi tutti insieme nel Minas Gerais, lo stato del Brasile da cui proviene.

Quando, uscendo dalla sala operatoria, lo specialista ci comunicò che Anita era affetta da sordità profonda il nostro pensiero tornò immediatamente al Brasile: l’aver, da subito, accolto Anita come la nostra bambina, le aveva salvato la vita. Se avessero accertato prima di allora la sordità di Anita, non sarebbe mai stata destinata all’adozione, bensì condannata a rimanere in istituto fino alla maggiore età. E oggi? Ogni giorno ci riserva una sorpresa, ogni giorno scopriamo un nuovo pezzo della nostra bambina. E’ impossibile descrivere in poche righe quanti passi avanti abbia fatto e non sappiamo quanti progressi ancora la attendano. La nostra bambina frequenta la seconda elementare, parla al telefono con i nonni, legge e scrive rapidamente, sente bene e soltanto sul piano dell’espressione fa ancora fatica nella corretta pronuncia delle parole. Anita è stata per noi un dono, un preziosissimo dono.”

 Sono queste le parole di Giovanni e Renata, due genitori adottivi che hanno adottato Anita, una bambina “speciale” nata con dei gravi problemi all’udito.

 Sono tanti i minori che oltre all’abbandono hanno o vivono qualcosa in più che li rende unici. Per loro l’attenzione e il bisogno di amore rappresentano un qualcosa di talmente grande e importante che forse solo genitori “speciali” possono riconoscere.

Ai.Bi. ha trovato il modo di metterli in relazione, di farli incontrare.

“Cerco una famiglia” non è altro che la voce di un bambino, una delle migliaia e migliaia che vivono negli istituti del mondo. E’ però la voce di chi, oltre ad essere stato abbandonato, ha qualcosa che lo rende un po’ “speciale” – dice il Presidente di Ai.Bi. Marco Griffini – A cosa mi riferisco? Potrebbe essere qualche anno in più, rispetto agli altri, di permanenza in un istituto, un difetto lasciato da madre-natura, che, nella maggior parte dei casi, può essere corretto o curato, molto spesso si può rivelare segno di quella unicità che alcuni sanno leggere, potrebbe inoltre essere una storia di vita drammatica per quella tenera età”.

Con questo progetto, bambini “speciali” potranno quindi trovare genitori “speciali”.”Cerco una famiglia” sarà una sezione del sito www.aibi.it in cui verranno inseriti minori adottabili segnalati direttamente dalle autorità del loro paese di origine. “Nel totale rispetto della privacy verranno comunicati solo il sesso, il mese e l’anno di nascita, l’area geografica di provenienza e una sintesi della diagnosi e della loro storia” conclude Marco Griffini.

I coniugi che daranno la loro disponibilità dovranno essere in possesso dell’idoneità all’adozione internazionale e verranno inseriti in un percorso particolare di accompagnamento che prevede l’intervento di figure professionali quali medici e psicologi, sia nella fase di abbinamento coppia-minore, sia nella fase post-adottiva al rientro in Italia dal Paese straniero.

Ai.Bi. si rivolgerà altresì ai Tribunali per i Minorenni Italiani mettendo a loro disposizione il Progetto.

Per ulteriori informazioni ci si potrà rivolgere al settore “Adozioni Internazionali” o inviare una e mail a cercounafamiglia@aibi.it.