Nepal: Blocco delle adozioni, 80 famiglie americane presentano una petizione al Congresso Usa

A seguito della sospensione delle adozioni internazionali in Nepal, nonostante le indagini sugli orfanotrofi e sulle pratiche di adozione portate avanti dal Dipartimento di Stato Usa non abbiano riscontrato elementi di frode, 80 famiglie, ancora in attesa di visti per i loro figli adottivi, hanno presentato una petizione comune ai membri del Congresso chiedendo di fare pressione sul Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e su CIS per trovare una soluzione in tempi brevi.

Dal 6 agosto 2010, quando gli Stati Uniti hanno bloccato la concessione dei visti a causa  dei problemi relativi al traffico di minori, decine di famiglie si sono trovate di fronte ad una scelta difficile: restare lì con i loro figli, aspettando che le indagini facessero il loro corso affrontando anche una notevole spesa economica, o tornare negli Stati Uniti con dentro nel cuore l’angoscia della separazione.

Alcune settimane fa, le famiglie hanno ricevuto quello che doveva essere una buona notizia: Wally Bird, il vice capo della Divisione Operazioni Internazionali, US Citizen and Immigration Services (CIS), ha dichiarato che al momento non è stata trovata alcuna prova di frode da parte delle agenzie per le adozioni. Ha aggiunto poi, che i visti non saranno concessi fino a quando i genitori non riusciranno a dimostrare che i bambini adottati siano stati realmente abbandonati.

Un ulteriore passo avanti, afferma Bird, sarebbe quello di essere sicuri che i bambini non siano stati portati via da famiglie in grado di badare a loro.

Ma in un paese povero con un così basso tasso di registrazione all’anagrafe dei nuovi nati, dove una madre rischia anni di prigione se sorpresa ad abbandonare il proprio bambino, una tale prospettiva appare abbastanza irrealistica.

Dopo l’esito positivo delle indagini del CIS, le famiglie ritengono che i visti dovrebbero essere concessi senza affrontare ulteriori indagini atte a provare il reale abbandono dei minori.

 Per ora, delle 80 famiglie che hanno presentato la petizione, solo 9 hanno ottenuto il visto, 54 sono ancora sotto inchiesta, e le rimanenti sembra abbiamo deciso di rinunciare.

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