Nepal. Emergenza monsoni “Il livello dell’acqua cresce a vista d’occhio e inonda le tende”

inondazioniIn Nepal piove ininterrottamente da due giorni e i fiumi trasbordano con conseguenze tragiche per tutta la popolazione. Questa notte il Babai e il Karnali dopo la pioggia torrenziale hanno inondato l’area di Bardiya dove vivono circa 700 famiglie. Risultato: altre famiglie sono rimaste senza casa. Altre vittime che vanno ad aggiungersi alle migliaia a cui i terremoti del 25 aprile e del 12 maggio hanno tolto tutto.

E che vanno ad aggiungersi alle 400 persone costrette, nelle ultime settimane, a lasciare le tende per le piogge. Alcuni di loro sono tornati nei loro alloggi precedenti pur conoscendone i rischi, altri si sono trasferiti dai parenti.

Secondo l’esercito nepalese, ci sono 1064 persone che ‘convivono’ nelle 75 tende a Tundikhel. I monsoni hanno, così, aggiunto miseria e disperazione tra le famiglie che già vivevano in condizioni difficili nelle tende.

“Il livello dell’acqua cresce a vista d’occhio e inonda le tende – dice Sushil Kumar Sharma, un terremotato proveniente da Dhading – non c’è niente che possiamo fare”. “Abbiamo provato a scavare delle fosse attorno alle tende – continua – ma questo non è sufficiente quando piove forte per un lungo periodo, come negli ultimi giorni”.

Sharma e gli altri quattro membri della sua famiglia sono stati portati a Kathmandu dopo che la loro casa a Dhading è crollata a causa del sisma. Dice che la sua famiglia non ha nessun altro posto dove andare, neppure la possibilità di affittare un posto perché la sua famiglia possa stare calda e al sicuro.

Donne incinte, partorienti e i loro bambinici racconta Silvia Capelli, la referente Ai.Bi. in Nepal –  sono coloro che soffrono di più e sono più esposti al rischio di malattie”

Il mio bambino arriverà questa settimana. Non so come vivrò dopo il suo arrivo dice Shanti Khawas.

Intanto, in una situazione di apparente normalità,  le scuole sono state riaperte ma sono milioni i  bambini che non hanno più un posto che possono chiamare “scuola”.

Al centro Paanj, di Ai.Bi., sono solo una ventina i bambini che hanno ricominciato a frequentare. Gli altri sono ancora nel villaggio natale dove i genitori cercano di trovare una soluzione per la loro casa distrutta, oppure seguono mamma e papà alla ricerca di un lavoro così difficile da trovare. E’ per questo che AiBi sta organizzando un servizio di sostegno medico e psicologico per aiutare le famiglie dei bambini del centro a superare i traumi ed evitare che i bambini rimangano troppo tempo fuori da un ambiente creato ad hoc per la loro crescita nella  sicurezza e professionalità degli spazi del centro Paanj.

Interventi che vanno sostenuti sempre di più anche attraverso donazioni e attivazioni di Sostegni a Distanza, soprattutto in vista degli immensi sforzi necessari alla ricostruzione e al ritorno alla normalità.

Per effettuare una donazione a sostegno dell’intervento di Ai.Bi. per l’emergenza Nepal, chiama il numero verde 800 22 44 55.