Nonostante la crisi, Genova investe (e scommette) sui minori, le famiglie e l’accoglienza

affidoSarà che i minori presi in carico dai servizi sociali nel capoluogo ligure sono tanti e la situazione davvero critica (circa 7.000. Di questi quasi la metà sono a rischio, vale a dire minori per la cui tutela è stato emesso un provvedimento dell’autorità giudiziaria).
Sarà che l’amministrazione pubblica è particolarmente attenta al tema e in particolare lo è Renata Paola Dameri, assessore alle Politiche Socio Sanitarie del Comune di Genova. Però colpisce (positivamente) che, in un periodo di crisi e tagli generalizzati proprio nel Welfare, nel bilancio preventivo 2013 del Comune, i minori figurino in primo piano.

Si parte da un plafond di 36,550 milioni di euro, costruito sulla base della spesa obbligatoria. Su questo versante l’impegno del Comune di Genova era e resta forte e riguarda tutte le categorie fragili, minori e anziani, nei confronti delle quali ruotano diversi interventi, sia nelle residenze sia a domicilio.

Fra le attività, grande risalto e investimenti vanno alla voce “tutela a minori e madri” e agli affidi familiari, dove viene privilegiata l’assistenza presso le famiglie rispetto alle strutture residenziali.
Altri finanziamenti vanno ad integrare le rette dei minori nelle residenze.
Ci sono poi importanti attività volte a fornire una serie di servizi integrativi e preventivi diurni per minori e aiuti personalizzati a sostegno delle famiglie fragili.

Sul tema dell’affido, l’assessore Dameri si è impegnata con forza: “Genova da diversi anni è tra i Comuni con il maggior numero di affidi (ben 350 nel 2012)”, ricorda.
E proprio alle Associazioni che se ne occupano ha dato, da tempo, un ruolo importante: “Il confronto con le Associazioni è fondamentale. Possiamo raccogliere da voi suggerimenti su come promuovere meglio l’affido. Non è facile, il passaparola è sicuramente un buon mezzo e voi come testimoni potete far circolare l’idea. L’affido è qualcosa che tante famiglie potrebbero fare. Ormai ci sono famiglie con pochi o zero bambini e quindi c’è spazio per fare accoglienza. E’ difficile, ma le difficoltà non sono insormontabili e questo è il messaggio da far passare”.