Ospiti in casa d’altri: dove sono finiti i cattolici in politica?

“Qualcuno dei nostri lettori, o meglio visitatori – così sono definiti coloro che entrano nel nostro sito – potrebbero domandarsi perché mai Ai.Bi. dovrebbe occuparsi di politica.  

Già in passato avevamo avuto modo di sottolineare come un movimento di famiglie adottive e affidatarie quale è AiBi, radicato nella missione di tutelare i diritti dei minori fuori famiglia, non possa non interessarsi attivamente delle vicende politiche che attraversano la realtà sociale dei Paesi nei quali opera. E l’Italia è uno di questi: fra pochi giorni ci appresteremo a presentare al mondo dei partiti le nostre proposte di legge per tentare di apportare significative modifiche al sistema di accoglienza dei minori fuori famiglia: dalla gratuità dell’adozione internazionale alla lotta contro il mercato delle adozioni stesse, dal riconoscimento giuridico delle Case Famiglia al tentativo di far rinascere l’affido dal fallimento nel quale è precipitato, dal ritorno del volontariato nei servizi di accoglienza alla promozione dell’adozione come cultura alternativa all’aborto.

Ora di fronte a tali sfide di rilievo assolutamente valoriale per l’affermazione e il riconoscimento dei diritti degli ultimi degli ultimi, come altrimenti definire un minore privato di una famiglia?
I politici di estrazione cattolica, specialmente coloro che provengono da una militanza all’interno di realtà associative, sono i nostri naturali “alleati,” indipendentemente dagli schieramenti partitici a cui appartengono.

Sono loro, infatti, i rappresentanti degli ideali che ogni giorno animano il presente di chi, oltre al lavoro e alla famiglia, ha scoperto la “sacralità” di un impegno a favore dell’altro in quanto altro e sono stati “inviati” in politica allo scopo di innervare il tessuto partitico di tale propria valorialità. Con l’incarico, quindi, di non essere semplici testimoni, ma eccellenti protagonisti, in quanto preparati e forgiati da anni e anni di duro lavoro nel difficile e articolato impegno associativo.

A loro vorremmo affidare le nostre speranze di cambiamento….. ma, dopo l’estate di fuoco appena trascorsa, le notti “simpatiche” del Primo Ministro, gli strappi “etici” del Presidente della Camera, i vaneggiamenti radicali e gli attacchi deliranti dei leghisti, i litigi stizzosi sempre più frequenti e deprimenti delle forze di opposizione, avviata su una strada di inarrestabile disgregazione, vi è ancora uno spazio di ospitalità per chi interpreta il valore del servizio in politica?

Riusciamo bene ad immaginare lo stato d’animo in cui possano trovarsi, tanto per citarne alcuni, i vari Bobba, Santolini, Binetti: quando erano alla guida dei rispettivi movimenti, la loro voce non mancava ogni giorno di essere ascoltata da ogni schieramento dell’universo politico. Erano posizioni chiare, precise, autorevoli: ora che la politica italiana sta attraversando una delle sue notti più oscure, dove i confini fra l’etica e il suo opposto sembrano allontanarsi definitivamente, chi non avverte l’esigenza, se non ha la necessità, di udire qualcuno degno almeno di una parola credibile e sincera?

Per quanto possiate urlare, cari amici, oggi la vostra voce diventa sempre più flebile e sommessa: la politica non è ancora la vostra casa, anzi, vi state scoprendo ospiti non più desiderati.

“Preoccupati e smarriti”, come quel terzo degli elettori cattolici, che avendo in passato votato PDL oggi non saprebbe, secondo “Il Sole 24 Ore” di sabato 29 agosto, a chi dare il proprio voto, aggiungendosi in tal modo, alla massa sempre più consistente dell’astensionismo cattolico.

Cattolici e politica, o cattolici in politica?

E’ un ragionamento che noi cattolici impegnati nelle realtà associative non possiamo più rinviare.”

Marco Griffini, Presidente di Ai.BI.