Paesi a rischio e adozioni. Corea del Sud: sostenere le madri in difficoltà

coreaIl governo sud coreano ha considerato a lungo le adozioni internazionali come un’importante fonte di introiti, chiedendo alle coppie straniere ingenti somme di denaro per accogliere un bambino coreano. E’ questo l’allarme che lancia Jane Jeong Trenka, fondatore dell’organizzazione “Truth and Reconciliation for the Adoption Community of Korea – TRACK”.

Il Governo sta lavorando per dare voce alle storie di genitori che sono stati ingannati e hanno perso così ogni diritto sui loro figli. Nel 97% dei casi le madri che lasciano i figli in istituto sono ragazze madri. La maggior parte di loro si trova senza un’occupazione stabile e non riesce a garantire al bambino nemmeno un pasto al giorno; per questo decide di affidare a una struttura statale o privata il bambino, con l’idea di riprenderlo con sé non appena sarà possibile garantirgli una vita dignitosa. Molte di queste madri, spesso analfabete, vengono ingannate da direttori di orfanotrofi privi di scrupoli che fanno firmare loro l’atto di abbandono con il quale si decreta l’adottabilità del minore.

Secondo Trenka il fenomeno è il risultato di politiche del Welfare inadeguate a sostenere le madri in difficoltà.

A ciò si aggiungono le forti pressioni sociali a cui sono sottoposte le ragazze madri, stigmatizzate per il fatto di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio. Avere un bambino senza essere sposati è considerata un’onta e le istituzioni in passato non hanno mai favorito una politica a sostegno delle madri in difficoltà. Il risultato è stato evidente: nel 2008 il 90% dei 1250 bambini adottati da famiglie straniere erano figli di ragazze madri.

Eppure qualcosa sta cambiando nella politica sud coreana. Il Governo ha promosso nel 2009 una serie di misure per sostenere le madri in difficoltà, la più significativa riguarda lo stanziamento di un fondo per garantire loro un assegno mensile di 42 dollari al mese.