Paure, emozioni, insicurezze di una mamma in attesa “forzata”

Woman-writing 200Tra le molte lettere di protesta e di denuncia che riempiono tristemente le pagine virtuali nel nostro “libro bianco”, spicca oggi la dolce poesia scritta da Maria, una donna che ha deciso di intraprendere il cammino dell’adozione internazionale. Una parentesi d’affetto e di speranza che racchiude i più intimi sentimenti di attesa, paura, ma soprattutto di amore verso un figlio che ancora non c’è. “Caro piccolo mio, non ti conosco, ma il tuo nome altro non può essere che quello dell’Amore. Sebbene non ci siamo mai incontrati, solo per il fatto di essere stato concepito e di esistere, già ti voglio bene.

Non so dove ti trovi, in quale Paese, in quale struttura o in quale difficile e straziante situazione. Ma mi sento vicino a te, anche se non posso fare nulla per aiutarti. Posso solo aspettare. Aspettare di capire meglio come intraprendere e affrontare questo lungo e impervio percorso, aspettare che lo Stato decida di dedicare più risorse e attenzione a questo settore, aspettare l’inizio di un sostegno psicanalitico che mi chiarisca bene le idee, aspettare un giudizio che mi ritenga alla fine idonea ad accoglierti, aspettare un giorno lontanissimo che forse non arriverà mai. Un giorno in cui io e te saremo finalmente considerati come ‘il giusto abbinamento’.

E in questa lunga attesa, piccolo Amore mio, mi chiedo come tu abbia vissuto, quante volte il tuo diritto di essere amato sia stato violato, quanto forte tu abbia urlato, insieme a me, senza poter essere ascoltato. Attorno a me dicono che tutta questa situazione di frustrazione sia necessaria per il tuo bene. Ma non è così. Come faccio a spiegargli che, sebbene non sia perfetta, l’amore che ho nel cuore è talmente grande da diventare l’unico tassello importante in questo percorso che spero un giorno mi porterà a te? Come faccio a fargli capire che più tardi potrò stringerti tra le mie braccia più alto sarà il rischio di soprusi che tu potrai subire? Nessuno al mondo potrà mai colmare il nostro desiderio di stare insieme, di amare ed essere amati. Se questo non lo capiranno, non potremo mai incontrarci e saremo condannati ad una incolmabile solitudine.

Scusami ‘piccolo Amore mio’, ma per quanto io combatta e mi faccia forza, per il momento non ho altra scelta che quella dell’attesa che, prego il Cielo, spero non sia infinita. Sogno il giorno in cui potremo finalmente guardarci negli occhi, stingerci teneramente e cominciare la nostra grande avventura insieme… per sempre”.