Perché ai bambini non piace andare a scuola?

Tanti bambini e ragazzi non amano la scuola, si sa. Il problema, dice un lungo articolo del magazine The Atlantic, ha a che fare con stress, solitudine, noia e felicità

La situazione in molti casi è più stereotipata che reale: la tristezza dei bambini la domenica sera pensando che il giorno dopo devono tornare a scuola. In realtà, infatti, per fortuna ci sono tanti bambini, specie delle elementari, a cui l’dea di andare a scuola e rivedere i propri amici non spiace affatto. Crescendo la situazione cambia e il malessere verso la scuola è più frequente, fermo restando che ci sono comunque tanti bambini e ragazzi a cui la scuola non va proprio giù, a tutte le età.
È il caso di Arthur C. Brooks, giornalista del The Atlantic che da bambino non ha “mai desiderato di stare in classe un solo giorno” e che al tema ha dedicato un lungo articolo tradotto in italiano da Internazionale.

La felicità a scuola è una questione di amicizia

L’autore parte da quanto abbiamo appena detto: “La scuola è senza dubbio una cosa buona per la maggior parte dei bambini”, ma per tanti altri si tratta di un’esperienza negativa e il perché è principalmente uno: “Oggi la scuola è un posto in cui ci si sente soli e ci si annoia”.
Lo si capisce scorrendo le ricerche sull’apprendimento e la felicità: i sentimenti dei bambini nei confronti della scuola hanno a che fare soprattutto con amicizia e interesse.
Il giornalista, riportando altri dati, sottolinea come, da adulte, le persone istruite abbiano maggiori possibilità di essere felici, ma limitarsi a dire che un po’ di “sofferenza” negli anni della scuola è il prezzo da pagare per la possibilità di una maggiore felicità in futuro significherebbe liquidare troppo rapidamente la questione.

Bullismo e pandemia accrescono il senso di solitudine

I problemi dei bambini che a scuola non si trovano bene, come accennato, sembrano essere lo stress e la noia: “per molti – scrive Brooks – la scuola non è solo faticosa, ma anche profondamente solitaria. La ricerca dimostra che l’80 per cento dei bambini a volte si sente solo a scuola. Questa emozione è legata alla noia, all’inattività, a una tendenza a rifugiarsi nella fantasia e a un atteggiamento passivo nei confronti delle interazioni sociali. Affermare che la solitudine può sopprimere qualsiasi interesse nella scuola non è un’esagerazione”.
Al contrario, il principale indice di appagamento per la scuola è la felicità: avere un amico a scuola è il miglior stimolo all’impegno scolastico.

Per quanto concerna la solitudine, questa è fomentata dal bullismo di cui dichiarano di essere vittime il 20,2% degli studenti statunitensi tra i 12 e i 18 anni. Ma nell’ultimo periodo ha contribuito molto anche l’interruzione della didattica in presenza dovuta alla pandemia. Un’esperienza di cui si è molto parlato e che tutti i genitori di figli studenti hanno potuto constatare con i proprio occhi.
Ecco perché, afferma Brook “Se vogliamo aiutare i bambini a ricavare felicità dall’istruzione nel breve e nel lungo periodo, dobbiamo investire più risorse nel facilitare l’amicizia, che tende a risolvere sia la solitudine sia la noia”.
Gli adulti hanno un ruolo fondamentale in questo, sia con la possibilità di intervenire per prevenire gli episodi di bullismo, sia favorendo le occasioni di stringere amicizie tra gli studenti, a partire, parlando sempre di pandemia, dalla necessità di riuscire a tenere aperte il più possibile le scuole in presenza.

L’autore è consapevole che “farsi degli amici può rappresentare una sfida a qualsiasi età”, ma ci sono studi che indicano come l’apprezzamento sociale e l’imitazione siano ottimi modi per iniziare a stabilire delle relazioni.
“Non sto dicendo – conclude Brooks – di aver unilateralmente risolto il problema dei bambini che non amano la scuola. Finché dovranno (o dovrai, se sei uno studente) alzarsi presto, starsene seduti per ore di fila e fare i compiti, la scuola non sarà tutta rose e fiori. Anche chi ama imparare ci troverà cose sgradevoli. Questi però sono piccoli problemi paragonati a quelli che davvero distruggono il piacere per la scuola. Con più amicizie gli studenti proveranno più gioia e interesse e trasformeranno la loro infelicità in un piccolo fastidio”.
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