Perù: si estendono proteste contro Governo, rinuncia Primo Ministro

Il presidente del Consiglio dei ministri Yehude Simon ha formalizzato la sua rinuncia all’incarico, già preannunciata da alcune settimane, nel pieno delle proteste contro la politica economica neoliberista del governo riprese in modo massiccio da Martedì. Simon ha motivato le sue dimissioni con la crisi nella regione del Perù, Amazzonia, dove le comunità indigene sono state protagoniste per oltre due mesi di una vasta mobilitazione, sfociata il 5 e 6 Giugno nelle violenze di Bagua, costate la vita a 34 persone. “Mi sono assunto, come doveva essere, il costo politico di questa disgrazia che interessa la patria” ha scritto l’ormai ex-capo di gabinetto nella lettera indirizzata al consiglio dei ministri; Simon era stato designato primo ministro lo scorso Novembre, dopo le dimissioni del suo predecessore Jorge del Castillo e dell’intero esecutivo a seguito di uno scandalo per corruzione nel settore petrolifero statale.Intanto le proteste, convocate da sindacati e movimenti indigeni, stanno paralizzando diverse città dell’interno del paese dove sono stati segnalati incidenti e un bilancio di almeno 150 persone arrestate; si sono uniti anche i docenti e i trasportatori dei servizi pubblici, spinti, secondo il segretario del principale sindacato nazionale, la Cgtp, Mario Huamán, “dall’urgenza di vedere un cambio nella politica economica neoliberista e la soluzione di oltre 280 conflitti esistenti al livello locale”. I manifestanti “non subiscono influenze o cospirazioni internazionali. Se il governo ha le prove di un complotto o di un’intromissione che lo dica e agisca per via diplomatica”, ha aggiunto Huamán; di recente il governo è tornato a sostenere che il malcontento sociale generalizzato sarebbe dovuto a presunte influenze del Venezuela.

(fonte: Misna)