Devo preoccuparmi se mio figlio ha un amico immaginario?

Molti bambini, soprattutto tra i 3 e i 5 anni, creano un amico immaginario che spesso causa ansia ai genitori. Quando preoccuparsi? Il consiglio di un pedagogista di FARIS – Family Relationship International School

L’amico immaginario è un fenomeno molto frequente nei bambini, in fase di crescita. Questa espressione creativa, del tutto normale, e solitamente si manifesta quando il minore ha tra i 3 e i 5 anni.

Chi sono gli amici immaginari e qual è la loro funzione

Gli amici immaginari possono essere invisibili o rappresentati da un giocattolo, per esempio una bambola e assumono, per il bambino, differenti funzioni psicologiche:

  • aiutare a colmare la solitudine dei bambini introversi;
  • aiutare a mettere in atto amicizie come allenamento per padroneggiare le relazioni sociali;
  • essere un canale attraverso il quale i bambini esprimono i loro pensieri e sentimenti;
  • fungere da capro espiatorio quando commettono un errore, dicono parolacce o vogliono fare ciò che vogliono;
  • ma soprattutto, è un modo per filtrare la realtà e proteggersi quando non gli piace”.

Le preoccupazioni dei genitori

La presenza di questa figura invisibile nel mondo fantasioso del bambino può generare ansie e preoccupazioni ai genitori. Ma l’amico immaginario fa parte del normale sviluppo del bambino ed è una presenza che scompare intorno ai 6-7 anni.
La maggior parte dei bambini è consapevole che il loro amico in realtà non esiste e che gli altri non lo vedono.
Altri, invece, in particolare i più piccoli, ci credono.
In quest’ultimo caso, il genitore non deve sgridare il bambino, ma accettare l’amico e accoglierlo, senza dargli troppa importanza.
È necessario ascoltare il figlio che ne parla e riferisce ciò che dice, perché, in realtà, a parlare è proprio il bambino.
Non bisogna però far finta che esista davvero: non si deve mettere un piatto in più a tavola e non parlare con questo amico. E parlarne solo se ne parla il bambino.

Quando rivolgersi a uno specialista

“Nella maggior parte dei casi, di fronte alle preoccupazioni che un genitore può vivere, è sufficiente anche un singolo incontro di consulenza per far scemare ansie e paure. Meglio togliersi ogni dubbio per vivere serenamente la relazione con il proprio figlio, aiutandolo a raggiungere le varie tappe dello sviluppo” spiega il Dott. Diego Moretti, pedagogista di Faris.

Il servizio di Faris per le famiglie

Proprio per dare un sostegno alla persona e alle famiglie che possono trovare di fronte a simili ostacoli, nei diversi ambiti di vita Ai.Bi., ha costituito FARIS – Family Relationship International School.
Il servizio offre formazione, consulenza e accompagnamento, alla persona e alle famiglie, attraverso webinar e corsi online.
Per avere maggiori informazioni a riguardo, potete consultare la pagina dedicata del sito Faris, o scrivere una mail a faris@fondazioneaibi.it.