Con il progetto “SuSPORTiamo l’inclusione” si impara a non fare i bulli

Da aprile a fine maggio, con la Rari Nantes Nuoto Salerno e la formazione gestita da Ai.Bi., atleti, allenatori e dirigenti saranno sensibilizzati verso la prevenzione del bullismo parlando di comunicazione verbale e non verbale e di buone relazioni

È partita con entusiasmo la formazione per la prevenzione del bullismo gestita da Ai.Bi. – Amici dei Bambini nell’ambito del progetto “SuSPORTiamo l’inclusione”. L’iniziativa, con capofila la Rari Nantes Nuoto Salerno, che mira a contrastare le discriminazioni e promuovere la parità di trattamento, realizzata con il contributo del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del consiglio dei Ministri.

Una formazione per tutti

A dialogare con grandi e piccoli è Angelo Coscia, counselor e animatore sociale che, in un percorso che si concluderà a fine maggio, affronterà la tematica del bullismo concentrandosi sulla comunicazione efficace e la promozione delle buone relazioni. Il tutto in forma non convenzionale, attraverso giochi e simulazioni per stimolare le discussioni in gruppo e far emergere le riflessioni di tutti non sentendosi “in cattedra”. Venerdì 13 aprile, presso la piscina Nicodemi di Salerno, si è svolto il primo incontro del percorso rivolto ad allenatori e ai dirigenti sportivi. Il formatore ha accompagnato il gruppo all’osservazione della relazione educativa, approfondendo e mettendo in luce le proprie modalità comunicative e di relazione sia con gli adulti che con i bambini e ragazzi.
Il gruppo di allenatori e dei coordinatori delle attività ha riportato varie situazioni di difficile gestione, in particolare riguardanti i conflitti tra i più piccoli e la necessità di prevenire alcuni comportamenti di prevaricazione tra gli adolescenti. Angelo ha esposto, coinvolgendo in maniera attiva tutti in partecipanti, le caratteristiche della nostra comunicazione e del nostro linguaggio, in special modo quello non verbale.
Ai partecipanti sono stati forniti importanti spunti di riflessione in merito a “come” comunicano e “come si sentono” durante le situazioni di conflitto prese in esame. Ampia è stata la partecipazione attiva e il coinvolgimento, testimoniando un grande senso di appartenenza e di responsabilità.

Conoscenza di sé e lavoro di squadra

Mercoledì 19, invece, è partito il percorso rivolto agli atleti più giovani, in un gruppo misto formato da atleti italiani e di nazionalità straniera. Molti gli spunti di riflessione e di confronto tra i ragazzi sulle tematiche della conoscenza di sé e del pregiudizio. Si è discusso di cosa vuol dire “lavoro di squadra”, uscire fuori dagli schemi e come sono per loro le relazioni di gruppo.
La formazione continuerà con un ultimo incontro rivolto ai più grandi e altri 5 incontri rivolti al gruppo dei più giovani.