Psicologia dell’adozione. Come si adotta un figlio non reale?

Nell’attesa di un figlio sono cruciali le fantasie che prendono corpo nella mente dei genitori su come sarà il bambino, su come sarà la relazione. Formarsi e informarsi è fondamentale

L’adozione è un salto nel buio, per tutti: genitori e figlio. L’adozione è accogliere una persona che non conosci, che non ha nulla a che fare con te e renderla una persona a cui appartieni, un figlio, un padre o una madre.

Ma non è sempre così quando arriva un bambino?

L’arrivo di un figlio in una famiglia non è forse, sempre, l’accoglienza di un “altro da me” che diventa improvvisamente il centro della mia mente e del mio cuore?

Eppure, a volte appare più difficile avvicinarsi all’alterità di un figlio adottivo, spesso non più neonato, che con la concretezza della sua esperienza preadottiva è inevitabilmente diverso dall’immagine che si cullava inizialmente nella mente.

Ma le immagini che creiamo dentro di noi sono davvero un ostacolo all’accoglienza del bambino reale?

Nell’attesa di un figlio, che sia una gravidanza o l’iter preadottivosono cruciali le fantasie che prendono corpo nella mente dei genitori su come sarà il bambino, su come sarà la relazione. Queste fantasie si basano sui desideri ma anche sui modelli con i quali siamo cresciuti, sono tessute delle nostre esperienze di figli e da tante altre esperienze di vita. Esse creano uno spazio per il bambino nella mente del genitore: in questo spazio mentale l’adulto si prepara ad accogliere il figlio, a rendere flessibile il proprio ruolo trasformando in immagini le aspettative, i desideri e anche le paure, esplorandole e rendendole quindi più avvicinabili e meno inquietanti. Non è tanto importante che le immagini del bambino siano aderenti alla realtà, il figlio reale sarà in ogni caso diverso. La funzione non è quella di “indovinare” le caratteristiche del bambino che verrà ma di allenarsi a stupirsi delle continue sorprese che ci proporrà mentre lo conosceremo lentamente e lentamente lo vedremo crescere e cambiare.

Conoscere la realtà dei bambini abbandonati, formarsi e informarsi sulle loro condizioni e i loro vissuti, confrontarsi con altre coppie in attesa, conoscere famiglie che hanno adottato i loro figli, sono esperienze che permettono di ampliare man mano questo spazio mentale, di rendere le immagini più ricche variegate, più flessibili. E man mano che esse diventano flessibili cresce la disponibilità ad accogliere un bambino che si discosta dall’immagine iniziale, un bambino che man mano diventa un bambino reale.

Irene Castellina – psicologa e psicoterapeuta Ai.Bi. Roma

 

Essere informati e preparati è importante

FARIS – Family International School, lo sa, per questo, forte della sua esperienza di più di 30 anni nel mondo dell’accoglienza e della famiglia organizza webinar di informazione, preparazione ed approfondimento dedicati alle famiglie desiderose di intraprendere il percorso dell’adozione internazionale ed ai professionisti della materia.

Tra questi, FARIS organizza anche un corso di 5 moduli, proprio per rispondere all’esigenza di preparare nel migliore dei modi gli aspiranti genitori adottivi all’incontro con i loro figli. Le lezioni sono specificatamente pensate per le coppie in procinto di depositare o che abbiano appena deposito la domanda di idoneità all’adozione di un minore straniero. Il corso permetterà alle coppie, interessate ad adottare uno o più minori stranieri, di approfondire i motivi per cui quelli che saranno i loro figli sono stati abbandonati una prima volta, dove vivono, quanti anni hanno, quali sono le loro patologie e come avviene un abbinamento.

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