Quando i bambini hanno diritto ad essere adottati da un single?

In questi ultimi giorni, come periodicamente avviene, si è tornati a parlare di adozioni ai single.

Il primo è stato il turno dei Radicali Italiani, che, con la dichiarazione  della senatrice Donatella Poretti e di Matteo Mainardi, hanno riproposto un “ampliamento dei diritti di adozione relativamente a persone singole e di coppie non unite dal vincolo matrimoniale. In Italia 35.000 minorenni vivono al di fuori del nucleo familiare e molti di questi, a causa del calo costante delle coppie disponibili ad adottare causato a sua volta dai proibitivi e antiquati limiti imposti dalla legge e costi associati, passeranno la propria vita, fino al raggiungimento della maggiore età, nelle strutture d’accoglienza“. 

A seguire, le dichiarazioni del Ministro Elsa Fornero che, in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia dell’Onu, è stata protagonista dell’ormai noto “scivolone”: ha portato l’attenzione sul tema del riconoscimento delle coppie di fatto anziché focalizzarsi sulle famiglie, quelle vere, messe in ginocchio dallo scarso interesse dei Governi, da numerose e ripetute stangate e da un regime fiscale che da troppo tempo penalizza proprio i nuclei familiari, in particolare quelli con figli.La stessa Ministra ha successivamente cercato di mettere una pezza sulle sue inappropriate dichiarazioni con una lettera ad Avvenire, nella quale, troppo tardi, cerca di correggere il tiro delle sue affermazioni: “Non ho quindi auspicato che le unioni di fatto, sia etero sia omosessuali, siano equiparate alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ma semplicemente invitato ad aprire gli occhi sulle diverse realtà che stanno emergendo e a non dimenticare, e meno che mai a discriminare, i diritti dei singoli individui che vi si riconoscono e che chiedono con forza un riconoscimento. Senza queste risposte, si acuirebbe un altro fattore di instabilità sociale, oltre a quelli di carattere economico resi più acuti dalla crisi in atto“.Quando si parla di adozione e di single la terra scotta sotto i piedi, ed è anche per questo che, prima di aprire bocca a sproposito, occorre essere ben informati. Ebbene, il problema sembra essere invece poco chiaro ai nostri pubblici amministratori, siano essi politici o tecnici.

I Radicali, per iniziare, hanno espresso una serie di inesattezze che dimostrano chiaramente come non conoscano la realtà dell’infanzia in difficoltà. Il problema, noto a chiunque si occupi dell’argomento, non è infatti quello di aprire le adozioni ai single per dare una famiglia ai 35mila minori che in Italia vivono fuori famiglia. La questione è invece quella di rendere adottabili questi minori, perché in realtà in massima parte non lo sono, trattandosi di ragazzi che vivono lontani dai genitori biologici a causa di situazioni di difficoltà sociale o psicologica in cui si trovano i genitori stessi.

Non sussistono quindi le condizioni per adottarli, ma anzi occorre risolvere le problematiche che hanno condotto all’allontanamento e reintegrarli nel nucleo familiare d’origine.

Per sapere quali e quanti di questi minori siano effettivamente adottabili occorre creare la Banca Dati dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione, strumento appositamente previsto dalla legge, che però non è mai stato attuato.

La responsabilità è da attribuire all’inadempienza del Ministero della Giustizia, che solo con grande ritardo ha avviato i lavori tecnici e tutt’ora non ha aperto alcuna Banca Dati. E poi, non risulta che i Radicali si stiano ponendo l’obiettivo di far realizzare la Banca Dati. Finora soltanto Ai.Bi. ha lanciato un appello, mettendosi in gioco in prima persona facendo causa al Ministero della Giustizia e invitando tutti i soggetti interessati a intervenire nella forma della Class Action, in occasione dell’udienza fissata il 4 luglio 2012.

Il Ministro Fornero poi, con il suo affrettato e malaugurato intervento, ha messo sullo stesso piano famiglie coniugate, coppie di fatto e single. Non è la stessa cosa chiedere il riconoscimento dei diritti della famiglia e il riconoscimento di diritti di persone non-coniugate, come il Forum delle Associazioni Familiari ha sottolineato attraverso il suo presidente Belletti. Se poi parliamo di adozioni internazionali, i diritti stanno da una parte sola, quella dei minori, e consistono nel diritto a essere figlio e ad avere una famiglia. È il superiore interesse del minore, principio guida di tutta l’adozione; ed è purtroppo il principio che il nostro Paese sembra aver dimenticato, considerando invece l’adozione come un desiderio egoistico di coppie idealiste o frustrate.

Perché allora Ai.Bi. apre alle adozioni ai single? Proprio per difendere il diritto dei minori, di tutti quanti i minori, ad avere una madre e un padre veri. Una scellerata cultura di selezione – ma potremmo ben iniziare a chiamarla di inquisizione – che stravolge le motivazioni delle coppie aspiranti e decima il numero di potenziali famiglie adottive, oggi fa padrona presso i Tribunali dei Minori e persino presso alcuni Servizi Sociali.

Di fatto è questo atteggiamento culturale, facile all’investigazione e restio all’accompagnamento e alla preparazione, ad aver determinato il crollo delle idoneità (49% in meno tra il 2006 e il 2011) e a scoraggiare le coppie dal presentarsi in Tribunale con una domanda di disponibilità (32% in meno di domande per l’adozione internazionale, verificatosi tra il 2006 e il 2010).

Una cultura sostanzialmente sorda, che non fa nulla per contrastare i livelli allarmanti dell’abbandono internazionale. Il mondo assiste a uno spaventoso aumento di bambini abbandonati, soprattutto dei cosiddetti special needs, i bambini con bisogni speciali: dai 145 milioni del 2004 ai 168 milioni del 2009, in termini pratici 5 milioni di abbandoni all’anno!

Oggi mancano le famiglie. Le 3179 idoneità emesse nel 2011 non saranno sufficienti a spianare la strada verso altre 4000 adozioni, cifra che da alcuni anni attesta la tenuta media del sistema italiano. Perciò l’imperativo etico, adesso, è: chi adotterà tutti questi bambini? I giudici dei Tribunali dei Minori, che stroncano la volontà di accoglienza? Le coppie dichiarate non-idonee, e quelle che rinviano o rinunciano alla loro domanda di disponibilità? O non è forse meglio aprire al più presto l’adozione internazionale anche alle persone single?