Rabat. “Hai mai provato a spingere sulla spiaggia una sedia a rotelle?”

rabatNon sempre, e per fortuna, a fare felici i ragazzi di oggi è il capo firmato all’ultima moda e ultra costoso, lo scooter, la macchina o il viaggio in posti esotici extra lusso sulla falsariga di vip e falsi miti. Nel caso dei “nostri” ragazzi, i volontari del campo di Rabat, in Marocco, la vera gioia consiste nello spingere sulla spiaggia una sedia a rotelle dove c’è un bambino che può solo respirare l’aria del mare, “stringere” nel palmo qualche goccia d’acqua e sentire sulla pelle il calore del sole. Cose semplici ma impossibili per loro se non c’è chi li accompagna fino in riva.

Un gruppo composito quello che è andato a mare a Rabat: insieme a loro anche i bimbi dell’orfanotrofio. Un tripudio di gioie ed emozioni. Emozioni che, giurano, porteranno sempre nel loro cuore. Immagini “accecanti”  più di qualsiasi abito di alta moda. Almeno per i ragazzi partiti per il campo di lavoro di Rabat (Marocco): Susanna, Nada, Irene, Sonia, Amine ed Elisabetta.

“In questa giornata porto nel mio cuore la felicità di quei bambini – dice Amine – e mi chiedo come si fa ad avere il coraggio di abbandonare queste piccole creature di DIO….ogni giorno che passo insieme a tutti questi bambini ritorno bambino anche io!”

Gli fa eco Irene: “Questa gita mi è piaciuta molto perché ho avuto occasione di conoscere una ragazza sorda: ho iniziato ad interagire con lei ma con difficoltà considerato che sapeva comunicare solo con il linguaggio dei segni. Una stretta al cuore: nessuno si è preoccupato di insegnarle a parlare. Allora decisi di comunicare con lei attraverso affetto e sorrisi”.

Per Susanna da quel giorno il mare ha un altro significato: “Non abbiamo mai vissuto così il mare in vita nostra, i bambini non erano felici ma entusiasti, la loro emozione alla vista dell’oceano è stata come spaccare il muro del suono, un gran botto e poi via, con loro a correre verso la luce di questa giornata meravigliosa”.

Elisabetta tinge di magia la gita al mare “per i nostri bambini che dal pulmino osservavano con stupore ed eccitazione quello che avveniva sulla strada. Una volta arrivati a destinazione un’esplosione di gioia, la sabbia e il mare… e tutti noi che per mano li abbiamo portati in acqua, schizzi, zampilli sabbia e tanta felicità. Basta davvero poco per far felice qualcuno, loro ne sono la prova…”.

Ma il pensiero dei nostri ragazzi va a loro, ai più fragili “ai ragazzi disabili- conclude Amine – e una cosa mi ha colpito molto: la bontà di un signore anziano che al vedere i ragazzi disabili ha comprato per ognuno di loro merendine e bibite. Un gesto davvero di grande amore e che mi rimarrà impresso per sempre”.

La giornata è poi proseguita con dei piccoli lavoretti al campo ed è terminata con il saluto alla principessa di Rabat. Una giornata molto piena e ricca di soddisfazioni “ma l’immagine dell’anziano signore che dona ad ogni ragazzo disabile – concludono i ragazzi – resterà per sempre nel mio cuore e impresso bella mente”.