Regione Lazio: sottoscritto il POC

Accelerare, sveltire e snellire tempi e domande per le adozioni nazionali e internazionali per le coppie del Lazio. È il nuovo piano operativo coordinato (POC) per le adozioni atteso da 13 anni che l’assessore regionale alle politiche sociali, Aldo Forte, e il presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, Melita Cavallo, hanno presentato ieri mattina nella sede del tribunale romano.

«Vogliamo dare ad ogni bambino una famiglia» ha sottolineato Forte durante la conferenza stampa. Gli elementi di novità del protocollo sono: la costituzione di un tavolo tecnico che attraverso un continuo monitoraggio migliori le normative, la costituzione di una banca dati che conterrà tutte le informazioni pre e post adozione nazionali e internazionali, l’informatizzazione dei 21 gruppi di lavoro Adozioni regionali (assistenti sociali, psicologi e Asl), definizione dei ruoli e competenze, omogenizzazione delle procedure per eliminare la discrezionalità degli operatori nella valutazione dei singoli casi, formazione di almeno 250 ore per gli operatori Gil-A e corsi di informazione e orientativi per le coppie richiedenti.

«Nel Lazio abbiamo più domande che bambini adottati – ha detto Forte – spesso i bambini rimangono nei centri di accoglienza troppo tempo e hanno diritto ad avere una famiglia. Questo protocollo vuole eliminare l’eccessiva permanenza dei bambini nei centri di accoglienza e accelerare i tempi. Il nostro prossimo obbiettivo è creare una sorta di agenzia regionale per le adozioni all’estero in modo di accompagnare i futuri genitori nel percorso adottivo. Abbiamo dato un segnale di grande apertura e stiamo creando un nuovo modello: quello del Lazio».

Durante la conferenza stampa sono state avanzate altre richieste alla regione da parte degli operatori come l’istituzione di un numero verde da mettere a disposizione delle coppie. «La nostra linea è quella del contenimento dell’età perchè il bambino più diventa grande e più trova difficoltà ad essere inserito all’interno di un nucleo famigliare – ha sottolineato Cavallo – abbiamo cominciato a contarli perchè significa anche responsabilizzarsi. Nel Lazio le case famiglie sono strapiene di bambini grandicelli, ci restano troppo tempo e una volta diventati grandi si perdono. È fondamentale però riuscire a trovare una famiglia a tutti questi bambini di età superiore e ricordare che la coppia viene logorata dall’attesa. Il protocollo è l’inizio di una collaborazione – ha concluso il presidente – ma bisogna ridurre le convenzioni esterne e aumentare il personale a tempo indeterminato».