Regione Lombardia, il Care strappa la promessa all’assessore Gallera: “Nuove linee guida regionali per sostenere le famiglie adottive”

bonus bebèParziale, ma pur sempre una vittoria. La Regione Lombardia ha promesso un maggiore sostegno, anche economico, alle famiglie adottive.  Un impegno preso dopo le polemiche seguite alla decisione del Pirellone di limitare la concessione del Bonus bebè 2016 alle sole famiglie biologiche, ignorando il contributo che anche quelle adottive danno alla lotta contro la denatalità.

Fondamentale ai fini del cambio di rotta – almeno in prospettiva – del governo regionale è stata l’azione del Care (Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete) che prima ha promosso una petizione contro la mancata concessione del bonus alle famiglie adottive e poi ha incontrato l’assessore lombardo al Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale, Giulio Gallera.

È stato proprio quest’ultimo a sottolineare che “Regione Lombardia, attraverso le politiche messe in campo, ha sempre posto la massima attenzione alle famiglie, comprese quelle adottive”. E ad annunciare quindi che il Pirellone “al più presto” predisporrà nuove Linee guida regionali per le adozioni, che affrontino e risolvano le molteplici problematiche che una famiglia adottiva deve affrontare, soprattutto nei primi anni”. Gallera si è impegnato, in particolare, a valutare “personalmente la possibilità di individuare, all’interno delle misure del Reddito di Autonomia, specifiche azioni per sostenere i molti interventi che le famiglie devono sostenere subito dopo le adozioni”. Tra le ipotesi di supporto a chi accoglie un bambino adottato, “un voucher o la creazione di una corsia preferenziale per usufruire di alcuni servizi”.

L’incontro tra Gallera e i rappresentanti del Care, avvenuto giovedì 25 febbraio, ha permesso alle famiglie adottive di chiedere alla Regione Lombardia di rivedere i criteri di erogazione del bonus e di discutere le problematiche delle coppie adottive e le strade migliori per sostenerle.

In precedenza, il Care aveva lanciato una petizione che in pochi giorni aveva raccolto quasi 4mila firme, per garantire anche alle famiglie adottive la possibilità di richiedere il bonus bebè. “La famiglia che adotta – argomentava il Care giudicando irricevibile la decisione della Regione Lombardia di limitare la concessione del bonus – realizza il diritto di un minore in stato di abbandono e in quanto tale ne garantisce la possibilità di nascita all’interno di una famiglia. Le famiglie adottive sono discriminate dalla Regione Lombardia non vedendosi riconosciuti i diritti riconosciuti alle famiglie biologiche. Togliere il bonus bebè alle famiglie adottive significa discriminare i bambini che sono stati adottati”.

 

Fonti: Care, Vita, Libero