La settimana scorsa il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato la norma che autorizza ad esporre materiale informativo e a promuovere iniziative divulgative all’interno dei consultori e delle strutture sanitarie per informare le donne intenzionate a non proseguire la gravidanza sulle possibili alternative all’aborto.

Il testo iniziale era stato scritto nel 2004, supportato da ventimila firme raccolte dal Movimento per la vita e da altre associazioni venete. Inizialmente la legge era stata pensata per consentire la presenza dei volontari del Movimento per la Vita negli ambulatori, nei reparti e nei consultori della Regione. Alla fine invece è uscito un testo che consente a tutte le associazioni legalmente riconosciute la possibilità di fare informazione su questioni etiche e tematiche riguardanti la vita.

L’obiettivo della legge è di tipo informativo perché è vero che la legge 194 consente al Movimento per la Vita e a qualunque altra realtà di informare sull’esistenza di alternative all’aborto, ma è altrettanto vero che fino ad oggi questa era semplicemente una possibilità, vagliata dalle istituzioni sanitarie che sostanzialmente non l’hanno mai messa in atto.

Non si tratta di limitare una libertà, ma anzi di consentire alla donna di scegliere conoscendo tutte le possibilità. Invece troppo spesso la donna viene lasciata sola di fronte a una scelta estremamente dolorosa.

Grazie a questa Legge Regionale le strutture sanitarie e i consultori del Veneto dovranno accogliere il materiale informativo ed eventuali volontari che potranno informare dell’esistenza di alternative come partorire e destinare il bambino all’adozione in totale anonimato, oppure come la possibilità di farsi aiutare dai Centri Aiuto alla Vita presenti sul territorio.

La legge approvata dalla Regione entrerà in vigore tra 90 giorni dopo che la Giunta Regionale, sentita la competente Commissione, avrà regolato le modalità di attuazione ed è quindi possibile che la sua stesura subisca qualche altra modifica.