Regno Unito: il primo ministro vuole assolutamente aumentare le adozioni

Rivoluzione adozioni in UK. Mr Cameron lancia la tough action, ossia una linea dura contro autorità locali e giudici che non risolvono celermente i casi di adozione. Un articolo del 31 ottobre, apparso online sul Telegraph e rilanciato dai siti italiani, acclama l’azione che il primo ministro David Cameron intende intraprendere per un aumento del numero di adozioni. Cameron ha descritto come «inaccettabili» i numeri dei bambini fuori famiglia sul suolo britannico. Sono 3660 i minori inglesi, di età inferiore a un anno, registrati come adottabili nel 2010 e solo 60 di essi sono stati adottati nel 2011.

Nel Regno Unito è attualmente in corso la Settimana Nazionale dell’Adozione. In occasione, il premier britannico ha lanciato la campagna Give a Child a Home, Diamo una Casa ai Bambini, come risposta alla crisi delle adozioni e per dare un segnale forte all’emergenza dei black children, i bambini di etnia africana. Il governo intende aprire infatti l’adozione dei piccoli dalla pelle scura a pratiche transrazziali, ovvero dare in carico i bimbi in questione a coppie aspiranti di altre etnie, senza particolari prerequisiti di ordine razziale.

Una svolta per i diritti dei bimbi neri dunque; e una svolta per le procedure di adozione, che Cameron intende monitorare con il metodo named and shamed: l’imposizione di una percentuale minima fissa di bambini adottati annualmente per le comunità e l’obbligo di pubblicazione, da parte degli enti autorizzati, delle performance annuali. Con cancellazione dagli albi degli enti mal performanti e consegna dei loro incarichi ai migliori.

Infine i servizi sociali inglesi rivendicano procedure più brevi. David Norgrove, con lunga attività di responsabile nel settore, denuncia i tempi d’attesa che un bimbo deve sopportare prima dell’adozione: circa due anni e sette mesi. Sei mesi, secondo Norgrove, debbono essere sufficienti.