Roma, seminario italo-russo: l’accordo per le adozioni è diventato un modello

Si è aperto oggi a Roma il primo seminario tra Italia e Federazione Russa in materia di adozioni internazionali. L’incontro rientra tra le attività previste dall’accordo bilaterale tra i due Paesi per migliorare la formazione e l’aggiornamento di tutti gli attori che operano nel settore adozioni. Il seminario, presieduto dal Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) Senatore Carlo Giovanardi, proseguirà fino a giovedì 16 aprile.

L’accordo bilaterale con l’Italia – firmato quattro mesi fa – è diventato un modello che sarà preso come punto di riferimento per la stesura degli accordi bilaterali con gli altri Paesi europei ed Est europei. E’ questa la posizione espressa, nel corso della mattinata, dalle autorità russe. 

Il Vice Ministro dell’Istruzione e della Scienza Yury Petrovich Senturyn ha lodato il sistema di funzionamento degli Enti autorizzati, evidenziando l’affidabilità nell’organizzazione e nella preparazione dei documenti. L’accordo ha migliorato ancora di più la collaborazione tra Italia e Federazione Russa nella gestione dell’iter adottivo, divenendo uno strumento efficace per superare le difformità nella preparazione dei documenti. Senturyn ha definito “storico” l’accordo firmato tra la Federazione Russa e l’Italia in materia di adozioni internazionali. E’ il primo accordo sottoscritto tra la Russia e un Paese terzo e costituisce un punto di riferimento e un modello per i successivi accordi che la Federazione russa sottoscrivera’ con altri Paesi in materia di adozioni internazionali.

Le autorità russe hanno evidenziato anche l’importanza dell’accordo per garantire la sussidiarietà dell’adozione internazionale. Gli scenari dell’accoglienza familiare dei minori russi sono cambiati: nel 2008 è più che raddoppiato il numero di bambini accolti da famiglie russe rispetto a quelle accolte da famiglie straniere (10.737 adozioni nazionali a fronte di 4.234 adozioni internazionali). Questo andamento è frutto di una politica promossa da Mosca per dare impulso alle adozioni nazionali e all’affido familiare. In tale scenario è necessario lavorare con i Paesi di accoglienza dei minori e gli enti autorizzati per rendere l’adozione internazionale uno strumento sussidiario all’adozione nazionale, che si rivolge solo a quei minori che non trovano accoglienza nel loro Paese di origine. Per questo l’adozione internazionale si indirizza sempre più ai bambini “grandicelli”, adolescenti, gruppi di fratelli o bambini con problemi di salute. In tale prospettiva l’ente deve essere in grado di fare formazione alle coppie che intendono adottare un bambino con tali caratteristiche e accompagnarle nella fase di post-adozione, proprio per prepararle ad accogliere nel migliore dei modi un bambino che ha già alle spalle una serie di traumi e difficoltà.

E’ l’accompagnamento e la formazione delle aspiranti famiglie adottive, come hanno evidenziato oggi le autorità russe, lo strumento più adeguato per migliorare l’accoglienza di un bambino e gettare le basi per un inserimento costruttivo nella famiglia adottiva.  

Nelle Disposizioni generali dell’accordo per la prima volta viene stabilito che le parti contraenti possono concordare il numero degli enti autorizzati a operare con le adozioni internazionali nella Federazione Russa. Si tratta di una scelta importante perché tenta di mettere ordine nel sistema adozioni.

Ad oggi sono 69 gli enti che hanno ottenuto dalla autorità russe l’accreditamento a promuovere le adozioni internazionali in Federazione Russa, di cui 10 sono italiani (AiBi, Airone, ARAI, Ariete, Bambini dell’arcobaleno, Cifa, La Primogenita, NADIA, SOS bambino, SPAI).

 https://www.aibi.it/ita/images/palazzo-chigi.bmp