Roma. “Sì alla famiglia”: la maggioranza non silenziosa scende in piazza

manifestazione pro famiglia“Il governo deve capire che la gente sta dalla nostra parte, che poi è la parte del buon senso”. Arriva decisa al 20 giugno la giornalista e scrittrice Costanza Miriano, una delle anime della manifestazione che sabato porterà in piazza san Giovanni, a Roma, i cittadini che vogliono dire no alle unioni civili, alle adozioni per le coppie omosessuali e alla teoria gender nelle scuole. Una manifestazione di famiglie per la famiglia, una mobilitazione “dal basso”, quindi, senza etichette partitiche o associative, per evitare facili strumentalizzazioni e lasciare la piazza alla gente comune.

Sotto lo slogan “Difendiamo i nostri figli”, convergeranno nella capitale circa 200mila persone che rappresenteranno tutte le generazioni, tra cui moltissimi bambini. Una maggioranza non silenziosa della nostra società che, dicono gli organizzatori, vorrà “riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la colonizzazione ideologica della teoria gender nelle scuole e nel Parlamento e bloccare sul nascere i Ddl Cirinnà, che consentirebbe in prospettiva adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso”.

Un augurio per il “pieno successo” della manifestazione è stato espresso nei giorni scorsi da Sua Eccellenza monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ma non sarà solo il mondo cattolico a scendere in piazza: per l’occasione, è annunciata infatti la presenza di gruppi appartenenti a diverse confessioni religiose, oltre che di giornalisti, politici e professionisti di varia estrazione. Al centro di tutto ci saranno però le famiglie. Previste infatti anche le testimonianze video di coloro che “hanno vissuto sulla loro pelle i tentativi di indottrinamento gender nelle scuole” e che, per aver espresso le loro perplessità, hanno subìto vere e proprie discriminazioni.

“Questo è un momento politico particolare per il governo – spiega Costanza Miriano – e non mi stupirebbe che guardasse alla nostra piazza. Siamo persone convinte che per esempio l’utero in affitto sia una violenza inaudita nei confronti dei bambini e questa pratica sarebbe possibile qualora venisse approvato il ddl Cirinnà che sostanzialmente equipara le relazioni gay al matrimonio. Noi non ce l’abbiamo con le persone omosessuali che si amano, noi stiamo dalla parte dei bambini che sono la parte debole. Lo Stato dovrebbe riconoscere che la tutela dei bambini da parte della famiglia è un bene da tutelare e non da svendere. I bambini prodotti in laboratorio e frutto dell’utero in affitto sono invece una vera e propria violenza, anche quando provengono dalla fecondazione eterologa”.

Rispetto alla differenza sessuale, la giornalista rileva una sorta di “insofferenza isterica” e ritiene che lo Stato non debba indottrinare i nostri figli. “Il vero obiettivo dei corsi sulla teoria gender – spiega Miriano – non è spiegare che esistono i gay, ma inculcare l’idea che l’identità sessuale non è determinata dalla biologia ma dal proprio sentire. Per me è una follia”.

Ma non saranno solo dei “no” quelli che verranno fuori da piazza san Giovanni. La manifestazione si farà portavoce anche dei “sì” ai valori in cui crede la maggioranza dei cittadini: il matrimonio tra uomo e donna, il diritto dei genitori a educare i propri figli, il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.

 

Fonti: Avvenire, Huffington Post, Pugliain.net