Romania, AiBi: pieno appoggio a Bucarest per riaprire le adozioni

Bielorussia“Accogliamo con soddisfazione la proposta di Panait di riaprire le adozioni internazionali e mettere fine a una moratoria che ha impedito a migliaia di bambini abbandonati di essere accolti da una famiglia. – ha detto Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Speriamo che questa proposta venga recepita dal Governo romeno e che porti così a una modifica della legge sulla protezione dell’infanzia. Auspichiamo quindi che la Romania decida di seguire l’esempio della vicina Bulgaria: rifondare il sistema di protezione dell’infanzia per garantire il diritto alla famiglia a migliaia di minori abbandonati.”

E’ questo il commento del presidente di Ai.Bi. Marco Griffini al Memorandum presentato dal Segretario di Stato dell’Ufficio Romeno per le Adozioni Bogdan Panait, lo scorso 12 ottobre, al Governo romeno in merito alla riapertura delle adozioni.

Sono convinto che i Paesi di accoglienza, in primis l’Italia, daranno pieno appoggio alle autorità di Bucarest per garantire una reale sussidiarietà dell’adozione internazionale. Solo quando la strada del reinserimento familiare e dell’adozione nazionale non sono più possibili per un minore abbandonato, l’adozione internazionale diventa lecita.” – ha concluso Griffini.

AiBi si era resa protagonista, nel 2004, di un’azione per tentare di bloccare la moratoria delle adozioni internazionali promossa dal Governo di Bucarest e dalla Rapporteur per la Romania all’Unione Europea allora in carica, la Baronessa Emma Nicholson, e scongiurare così l’approvazione di una legge (273/2004) che di fatto precludeva ai bambini abbandonati l’ultima possibilità di trovare una famiglia: l’adozione internazionale.

Con un memorandum indirizzato al Comitato ONU per i diritti del fanciullo di New York Ai.Bi. aveva denunciato, nel marzo 2005, la grave violazione del diritto alla famiglia dei minori romeni, con particolare riferimento all’articolo 21 (lettera b) della Convenzione di New York del 1989 in cui si stabilisce che “l’adozione internazionale può essere presa in considerazione come un mezzo per garantire le cure necessarie a un minore, qualora quest’ultimo non possa essere affidato a una famiglia affidataria, adottiva oppure essere accolto nel Paese di origine.” Un appello che Ai.Bi. aveva indirizzato anche all’allora Presidente della Commissione Europea Romano Prodi.

A più di due anni dall’entrata della Romania nell’Unione Europea, i tempi sembrano maturi per riaprire un dibattito sulle misure da promuovere per affrontare il problema dell’infanzia abbandonata in maniera diversa, considerando la riapertura delle adozioni internazionali.