Romania: ogni giorno un bambino viene abbandonato

La Romania e’ il paese europeo con il maggior numero di bambini abbandonati. Ogni giorno un bambino e’ lasciato in strada o portato nei centri di accoglienza per minori. Tuttavia le autorità non fanno molto per correggere questa situazione dolorosa, inoltre, le procedure di adozione nel paese sono estremamente complicate.                    

In Romania non c’e’ giorno in cui un bambino non viene abbandonato. Le procedure per le famiglie che desiderano adottare questi sfortunati bambini sono quasi impossibili e portano alla disperazione e alla mancanza di speranza per queste coppie.

La mancanza di un programma sociale efficace di prevenzione della gravidanza infantile o indesiderata, le gravi privazioni materiali e l’analfabetismo hanno portato a questa situazione che conferma la Romania, di nuovo, in una posizione leader in Europa, ma per bambini abbandonati.

La storia di molti di questi bambini e’ molto triste: abbandonati subito dopo la nascita in vecchi appartamenti o nei cassonetti, o più grave, portati dai genitori stessi ai centri di accoglienza al fine “di avere una vita migliore” rispetto alla povertà delle loro famiglie. Questi bambini crescono con cicatrici, che ti dicono che il loro più grande sogno e’ avere una “mamma” o qualcun altro che venga a dare loro una famiglia.

In Romania sono 40.000 i bambini affidati al sistema di protezione sociale, tuttavia le persone che vogliono adottare devono aspettare per anni per accogliere un bambino.

Alcune delle direzioni per la protezione del bambino non hanno personale per lavorare, in altre c’e’ un solo dipendente responsabile del destino di 300 – 400 bambini. Per questo motivo non si aprono le procedure di adozione per molti di loro e quindi sono lasciati vivere la loro infanzia nei centri di accoglienza.

In ogni maternità in Romania esiste un neonato che viene battezzato da un infermiere, un bambino condannato fin dal primo momento ad una vita triste, senza famiglia.

(Fonte: http://www.clickromania.co.uk 8.03.2011)