Romania, Panait: favorire l’adozione internazionale di bambini con bisogni speciali

36324_22Il Segretario di Stato dell’Ufficio Romeno per le Adozioni (ORA) Bogdan Panait ha rilasciato, giovedì 15 ottobre, un’intervista in esclusiva all’agenzia di stampa MDEDIAFAX per presentare la proposta di riapertura delle adozioni internazionali.

Se il provvedimento presentato dal numero uno dell’Ufficio Adozioni sarà approvato dal Governo, la legge 273/2004 dovrà essere modificata.

Di seguito il testo dell’intervista.

Riaprire le adozioni internazionali. Perché é necessario oggi?

Da tempo l’Ufficio Adozioni aveva posto l’attenzione sull’esigenza di rivedere la legge 273, allargando la discussione a tutti gli attori coinvolti (giudici, assistenza sociale, autorità locali, organismi governativi). Un altro elemento da non trascurare è la Raccomandazione espressa lo scorso giugno dal Comitato ONU per i diritti del Fanciullo attraverso cui si è chiesto alle autorità romene di rivedere il sistema di protezione dell’infanzia. Ora i tempi sono maturi per sospendere la moratoria sulle adozioni internazionali.

La moratoria è stata introdotta nel 2004 per tentare di sconfiggere il mercato delle adozioni. Non si correrebbe il rischio di ricadere in questa situazione?

Innanzitutto se riapriremo le adozioni lavoreremo solo con gli enti accreditati dei rispettivi Paesi di accoglienza. L’ufficio adozioni non accetterà nessuna altra forma di intermediazione, da un lato per assicurare la piena trasparenza delle procedure, dall’altro per essere certi che le relazioni post-adottive sulla condizione dei bambini siano inviate regolarmente a Bucarest.

Tale misura esisteva anche in passato. Tuttavia l’Ufficio Adozioni aveva segnalato che per diversi minori adottati non erano mai pervenuti dossier..

In linea di principio queste relazioni dovrebbero esservi per tutti i bambini romeni adottati. Ad oggi l’Ufficio Adozioni ha aperto gli archivi per verificare le lacune; e’ un lavoro molto impegnativo, perché riguarda un arco di circa dieci anni. Probabilmente serviranno diversi mesi per esaminare l’archivio.

Nelle relazioni inviate dai Paesi di accoglienza sono stati riportati casi di abusi o maltrattamento nei confronti dei bambini adottati?

Onestamente non sono a conoscenza di episodi di abuso. In vista di una riapertura, dobbiamo avviare accordi di cooperazione con tutti i Paesi di accoglienza per avere precise garanzie rispetto all’invio della documentazione sulle condizioni di vita dei minori adottati.

Quali gli effetti della sua proposta?

Si deve tentare in tutti i modi di favorire l’adozione dei bambini rom o dei minori non più piccoli, perché sono poche le famiglie romene disposte ad accoglierli. Nessuno poi vuole adottare bambini con problemi di salute. Dobbiamo offrire una possibilità in più di trovare una famiglia a ognuno di loro. Esistono Paesi in cui esiste una cultura dell’accoglienza aperta all’adozione di bambini che presentano queste caratteristiche.

Quali le reazioni dell’Unione Europea alla proposta della riapertura?

Tutti sanno che, dopo la chiusura delle adozioni internazionali in Romania, ci sono stati euro-parlamentari favorevoli e contrari alla decisione. Il 1° dicembre ci sara’ un incontro al Parlamento Europeo a Strasburgo sulla questione infanzia in Romania e per l’occasione presenteremo le proposte di modifica alla legge 273. Esiste una grande differenza tra il sistema adozioni di oggi e quello precedente alla moratoria; a fine degli anni Novanta i numeri dell’adozione internazionale erano tre volte superiori a quelli dell’adozione nazionale. Oggi non potremmo accettare più una simile condizione, non e’ il nostro obiettivo. L’adozione internazionale deve essere sussidiaria a quella nazionale.

Quanti i bambini adottabili in Romania?

Sono 43.000 i bambini assistiti dal sistema residenziale e di assistenza maternale. Di questi, solo 800 sono dichiarati adottabili. Sono circa 2.200 le famiglie romene che hanno fatto richiesta di adozione. Il nostro interesse e’ quello di promuovere innanzitutto l’adozione nazionale e in via sussidiaria quella internazionale.