Romania, riapertura delle adozioni (2): Mihăilescu contrario

2Serban Mihailescu, Segretario generale del Governo dal 2001 al 2004 nonchè responsabile della riforma del sistema di protezione del fanciullo, ha espresso la propria preoccupazione rispetto alla proposta di riaprire le adozioni internazionali.

La decisione di sospendere le adozioni internazionali e’ stata la scelta piu’ importante presa dalle autorità romene nella fase di pre-adesione all’Unione Europea. Non solo riaprire le adozioni non migliorerebbe la condizione dei minori senza famiglia ma andrebbe contro a quella che è un prassi dei Paesi membri dell’Unione. Nessuno Stato, infatti, consente le adozioni internazionali dei propri bambini abbandonati” ha dichiarato Mihăilescu al giornale romeno „Gandul”.

La dichiarazione di Mihailescu non rispecchia tuttavia la realtà dei fatti.

Quasi un terzo dei Paesi dell’Unione permette l’adozione internazionale dei propri minori abbandonati. Ben 9 dei 27 membri dell’Unione Europea sono Paesi di origine, ciò significa che i minori adottabili vengono accolti da una famiglia straniera grazie all’adozione internazionale. Il dato è confermato nell’ultimo Rapporto sullo stato dell’adozione internazionale in Europa realizzato da ChildOnEurope, il più importante network di Osservatori dell’infanzia tra cui compare anche l’istituto degli Innocenti di Firenze.

Tra i Paesi del “club europeo” che consentono l’adozione internazionale compaiono Bulgaria, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Moldova, Slovacchia, Lettonia, Portogallo.

Nel caso del Portogallo, per citare un esempio, è la stessa legge nazionale a promuovere l’adozione in Portogallo sia come Paese di origine che come Paese di accoglienza. (Art. 18, sezione d, del “DL no. 115/1998”; “DL no. 45-A/2000” del 22 Marzo 2000 e al “Notice no. 110/2004” del 3 giugno 2004). Tra i Paesi europei che adottano bambini portoghesi troviamo la Francia, la Svizzera, la Germania e gli Stati Uniti.