Romania. Vescovi favorevoli al referendum per definire il matrimonio come “unione tra uomo e donna”

Modificare la definizione del matrimonio presente nella Costituzione: è lo scopo del referendum costituzionale indetto in Romania per il 6 e 7 ottobre su iniziativa della Coalizione per le famiglie, un’associazione, composta di 30 ONG rumene, di cui fanno parte anche organizzazioni cattoliche come l’Azione cattolica e l’Associazione delle famiglie della Romania

L’obiettivo della consultazione è approvato dai vescovi cattolici rumeni, che attraverso un’Esortazione a sacerdoti e fedeli hanno espresso il pieno appoggio a questa iniziativa

romania. Sì dei vescovi alla modifica della legge sui matrimoniRiprendiamo e pubblichiamo l’articolo pubblicato da Vatican News, che riprende una nota del SIR, in cui si fa riferimento all’appoggio che i vescovi cattolici della Romaniahanno fornito all’iniziativa referendaria indetta nel Paese per modificare la definizione del matrimonio attualmente presente nella Costituzione: una definizione che intende chiarificare il ruolo del matrimonio unicamente come unione liberamente contratta da un uomo e una donna, evitando equivoci possibili con l’attuale definizione generica “coniugi”.

Anche i vescovi cattolici rumeni hanno espresso il loro pieno appoggio all’iniziativa tramite una Esortazione per i sacerdoti e i fedeli cattolici, ma anche rivolta a tutte le persone di buona volontà con l’invito di sostenere il referendum. 

La domanda precisa del referendum è “Siete d’accordo con la legge di revisione della Costituzione della Romania nella forma adottata dal Parlamento?”. Nella formulazione attuale della costituzione rumena, infatti, si afferma che “la famiglia è fondata sul matrimonio liberamente contratto dai coniugi”, mentre la proposta sottoposta al referendum precisa che il matrimonio viene contratto da “un uomo e una donna, uguali tra di loro e si basa sul diritto dei genitori di assicurare la crescita, l’educazione e l’istruzione dei figli”. 

Nell’Esortazione, i vescovi rumeni affermano che “il termine ‘coniugi’ potrebbe generare degli equivoci” e per questo “è necessario precisare che soltanto l’unione liberamente contratta da un uomo e una donna può essere chiamata matrimonio”. Il referendum, nato come idea nel 2015, ha passato tutto l’iter necessario per la sua realizzazione, inclusa la raccolta di firme alla quale hanno aderito tre milioni di sostenitori. L’iniziativa è stata recentemente approvata dalla Corte suprema e dal Senato.
L’invito esplicito dei vescovi rumeni, dunque, è “di sostenere la modifica dell’articolo 48 della Costituzione votando nel giorno del referendum”.

Inoltre, i fedeli vanno incoraggiati “vivamente a far conoscere questo evento a casa, al lavoro, nel gruppo degli amici e conoscenti, e, come forma di apostolato, per promuovere la partecipazione al voto”. Nell’Esortazione, i vescovi spiegano le ragioni del loro appoggio al referendum: “La precisazione è in piena concordanza con l’insegnamento del Vangelo, ed anche nello spirito della tradizione del popolo romeno, motivo per il quale la Chiesa cattolica ha sostenuto sin dall’inizio l’iniziativa venuta da parte del laicato e da un grande numero di cittadini”. 

Tenendo presente le tendenze attuali, dalla Chiesa cattolica in Romania sono consapevoli anche del “rischio di contraddire la sensibilità attuale oppure le correnti di pensiero alla moda”, e citano Amoris Laetitia dove è presente l’invito di promuovere il matrimonio come unione tra uomo e donna. “Questa precisazione nella Costituzione è più che necessaria”, affermano. Nell’Esortazione si rileva, inoltre, che “la Costituzione ha lo scopo di essere alla base di un’adeguata legislazione nel campo della famiglia nella quale siano tutelati i diritti di ognuno e sia rispettata la natura delle cose nella tradizione cristiana”.

Per essere valido, il referendum dovrà raggiungere un’affluenza del 30%. Il documento a favore del referendum è stato preparato dai vescovi rumeni di rito latino e di rito bizantino, durante la sessione plenaria svoltasi dal 18 al 20 settembre a Sumuleu Ciuc. Oltre al referendum si è parlato dell’incendio che ha distrutto il palazzo vescovile di Oradea, i giovani e il prossimo Sinodo in Vaticano e l’educazione. Nel comunicato finale firmato dal segretario generale don Francisc Ungureanu, si esprime la vicinanza di tutti i membri della Conferenza episcopale rumena a mons. Virgil Bercea, ordinario di Oradea, cercando i modi per aiutarlo nel lavoro di ristrutturazione. Ieri la Chiesa cattolica romena ha vissuto un momento importante, con la beatificazione a Nisiporesti della giovane Veronica Antal, vergine e martire, un modello di fede vissuta.

 

Fonte: VaticanNews/Sir