Santiago: accogliere il grido del bambino abbandonato. Presentato il sistema Italia dell’adozione internazionale

Santiago è la settima città più popolosa del Sudamerica e la 35esima area metropolitana del mondo. Una città ricca e moderna, con il reddito pro capite più alto del Sud America, un ritmo di crescita simile alla Cina, da far invidia alle maggiori nazioni europee.

Eppure anche il Cile ha la sua emergenza: 15 mila minori sui 15 milioni di abitanti vivono fuori dalla loro famiglia, abbandonati in centinaia di istituti senza l’amore di una mamma e di un papà.

Al dramma dei minori senza famiglia i cileni hanno risposto con grande fervore e non sono rimasti a guardare. Hanno stretto una collaborazione fra pubblico e privato sociale al fine di trovare una soluzione che possa tutelare i diritti dei bambini abbandonati.

Una delle risposte più importanti è stata la nascita delle fondazioni di utilità sociale, organizzazioni private autorizzate a gestire il seviziò pubblico dell’affido e dell’adozione nazionale e internazionale.

Proprio su questo tema è stato organizzato dalla Fundación Mi Casa in collaborazione con Ai.Bi. il 25 ottobre, il “II seminario internazionale delle adozioni”, che ha visto la partecipazione di Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. e Irene Bertuzzi, Responsabile dell’Area Formazione Adozioni Internazionali Ai.Bi..

Marco Griffini, nel toccare i vari aspetti dell’emergenza abbandono, ha sottolineato come solo la responsabilità personale di ciascuno di noi possa essere una concreta risposta al grido dell’abbandono. Solo la famiglia può restituire ad ogni bambino il diritto ad essere figlio. L’abbandono è una ferita che non si rimargina; tutti noi, anche se non colpevoli, siamo spettatori di questa tragedia e di fronte allo spettacolo di questo male non si può far finta di nulla.

Irene Bertuzzi, invece, ha illustrato il sistema delle adozioni internazionali che vige in Italia, ponendo l’accento sui soggetti coinvolti nel percorso adottivo, sull’iter legislativo delle coppie e mostrando come Ai.Bi. guida i futuri genitori verso il proprio figlio, accompagnandoli prima, durante e dopo il “cammino adottivo”. La Responsabile Formazione di Ai.Bi. ha evidenziato come l’adozione prima di essere un atto giuridico debba essere un atto di fede: “un bambino è salvo quando diviene un figlio”.