sbarchi. Con la nuova crisi libica ripartono i viaggi della speranza

Sbarchi. Torna l’inferno in Libia, ripartono i viaggi della speranza. Ai.Bi. accanto ai minori migranti con ‘Bambini in alto mare’

Nessuna necessità di soccorso particolare, a parte qualche caso di scabbia, tra le 600 persone tratte in salvo dalla nave militare spagnola Numancia nel Canale di Sicilia e sbarcati al porto di Palermo. Altri 461 migranti, tra cui 103 minori non accompagnati (di cui 14 bimbi e un neonato) sono arrivati a Messina 

Dopo il crollo degli sbarchi di inizio anno (-85,4% fino a qualche settimana fa rispetto agli stessi mesi del 2017), i flussi sono ripresi massicciamente dalla Libia. Amici dei Bambini è impegnata dagli esordi con ‘Bambini in alto mare’ per dare risposte e sostegno ai più fragili tra i migranti

sbarchi. Con la nuova crisi libica ripartono i viaggi della speranzaTorna la spirale di violenze e combattimenti in Libia e riprende inesorabile il flusso degli sbarchi dalle coste africane: segnali continui di destabilizzazione hanno portato a moltiplicare nuovamente il traffico di esseri umani. Complice l’arrivo della bella stagione, in una settimana dopo un crollo pari all’85,4% dei ‘viaggi della speranza’, sono oltre 2mila i migranti che sono sbarcati sulle coste italiane.

Negli ultimi giorni, in particolare, sono arrivati al porto di Palermo, al molo Quattro Venti, 600 migrantisoccorsi nel Canale di Sicilia e trasportati dalla nave militare Spagnola Numancia. Nessuno ha avuto bisogno di ricoveri ospedalieri: è stato registrato soltanto qualche caso di scabbia. Nella medesima giornata, nel porto di Messina è giunta la nave SeaWatch3 con a bordo 461 migranti, tra cui 103 minori non accompagnati, 14 bambini e un neonato, soccorsi nei giorni scorsi al largo della Libia.

Secondo le informazioni a disposizione, pubblicate tra l’altro dal Sole 24 Ore, i palazzi ministeriali di Tripoli sarebbero stati circondati dalle cosiddette ‘milizie di Tripoli’ e dalla ‘Brigata 301’. Come riporta il quotidiano, “il governo di al Serraj ha smentito, ma le tensioni sarebbero altissime. Media degli Emirati Arabi Uniti vicini al generale Haftar hanno invece parlato di successi negli attacchi alle sedi di Serraj. Sono brigate dell’area di Tarhouna, fedeli all’ex dittatore Muammar Gheddafi. C’è l’ipotesi che si siano alleate con Haftar. Di certo, con l’attuale vacanza di governo l’Italia non è più, almeno per ora, un riferimento. Gli equilibri e le garanzie di controllo contro i flussi di migranti sono diventati precari. A Roma l’AISE, l’agenzia di informazioni e sicurezza esterna, e la direzione centrale Polizia delle frontiere del dipartimento di Pubblica sicurezza, monitorano ogni informazione utile”.

In attesa di risposte strutturali da parte del nuovo governo italiano, i migranti che arrivano e quelli che rischiano la vita per sfidare le insidie dei militari e del mare in cerca di un futuro migliore hanno bisogno di aiuto. Per questo Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini fin dall’inizio della crisi siriana (e dei conseguenti sbarchi di profughi) è impegnata, attraverso il progetto Bambini in alto mare, a costruire risposte che aiutino concretamente, nei Paesi di provenienza dei migranti e, anche in Italia, coloro che nel dramma della guerra e dell’emigrazione sono i più deboli e fragili: i bambini. Sostenere questa iniziativa vuol dire tendere una mano almeno idealmente a quanti sono pronti a rischiare tutto per fuggire da conflitti, violenze e bombe. I bambini e le famiglie in fuga hanno bisogno di noi – di te – per poter sperare in un domani diverso.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore