Scuola. Come abbiamo risolto il problema del distanziamento? Da una parte gli alunni bravi, dall’altra quelli in grave difficoltà

Ha fatto discutere la scelta di una scuola elementare di Avellino, in Campania, di suddividere la classe in base ai voti

Da una parte gli alunni bravi a scuola, con buoni voti, dall’altra gli “asini”. Quelli, cioè, con uno scarso rendimento scolastico. Il problema del distanziamento è stato così risolto da Angela Tucci, preside di una scuola elementare di Avellino, in Campania. Tale scelta è stata adottata, a dire il vero, di concerto tra la dirigente scolastica e il V Circolo didattico. I bambini sono stati suddivisi in due aule differenti: quelli più performanti, dal punto di vista dei voti, in un’aula, quelli più in difficoltà nell’altra. Tale decisione, ovviamente, ha destato numerose polemiche. La scelta, infatti, non è piaciuta a tutti. La scuola, così, resta sempre più senza pace, ai tempi del Coronavirus.

Sicuramente non è piaciuta al segretario provinciale della CGIL, Franco Fiordellisi. “Una scuola pubblica – ha detto Fiordellisi – ha un valore assoluto che è quello di essere eterogenea e non omogenea, ritengo per questo del tutto sbagliata l’impostazione della preside di Avellino“. Ma la preside non ha voluto indietreggiare e, anzi, ha rilasciato un’intervista all’Huffington Post rivendicando la propria decisione.

“I criteri adottati – ha spiegato Angela Tucci – sono stati condivisi dai genitori che fanno parte del consiglio d’istituto. E, soprattutto, non rappresentano alcuna discriminazione. Si tratta di soluzioni provvisorie che ci auguriamo abbiano una durata ridotta nel tempo. Abbiamo lavorato tanto per garantire la ripartenza scolastica in sicurezza”.