Sostegno a distanza: tante organizzazioni ma senza legge

Brasile bimbaSono più di 470mila i sostenitori a distanza italiani; 213 le organizzazioni che si occupano di sostegno a distanza con progetti in 99 Paesi.

Lo rivela un’indagine realizzata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e promossa dalla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI).

La ricerca traccia una mappa dettagliata del sostegno a distanza. L’impegno delle organizzazioni si rivolge soprattutto al continente africano: gli interventi sono destinati, infatti, a 42 Paesi (soprattutto Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Burkina Faso).

Il 91% delle organizzazioni realizza sostegni di tipo personalizzato direttamente a favore dei bambini (41,4%), delle famiglie (15,3%), degli insegnanti (2,4%) del diritto allo studio (33%). Alla fine del 2008 erano 465mila i sostegni a distanza personalizzati e 12mila quelli comunitari.

Nel 27% dei casi gli enti trattengono il 10-19% delle quote destinate al sostegno, per le spese di gestione. Le somme vengono comunicate ai donatori in 9 casi su 10.

Dall’indagine emerge un quadro positivo del sostegno a distanza, tuttavia desta preoccupazione il fatto che un settore in grado di coinvolgere un numero così consistente di donatori e beneficiari non abbia ancora una legge che lo regolamenti.

E’ positivo il lavoro svolto dall’Agenzia per le Onlus, in collaborazione con le organizzazioni del settore, che ha creato le Linee Guida del sostegno a distanza come strumento per tentare di regolamentare la variegata galassia del sostegno a distanza e garantirne la massima trasparenza. Il documento fornisce, infatti, un quadro coerente di principi e regole di riferimento per le organizzazioni che operano nell’ambito del sostegno a distanza.

E’ pur vero che si tratta comunque di una sorta di codice di autodisciplina, che non ha effetti sulle organizzazioni aderenti.