Sri Lanka: civili intrappolati nei combattimenti

(Colombo) Le Tigri per la liberazione della patria tamil (Ltte) devono “consegnare immediatamente le armi, permettere che agenzie dell’Onu aiutino a fare evacuare i civili rimasti e iniziare un processo politico attraverso il dialogo per porre fine al conflitto”: lo ha detto l’ambasciatore Claude Heller, rappresentante all’Onu del Messico che detiene il turno di presidenza nel Consiglio di Sicurezza dopo una “riunione informale” del gruppo svoltasi ieri sera.

“Sollecitiamo tutte le parti, incluso il governo, a rispettare i suoi obblighi di fronte al diritto umanitario internazionale e permettere alle agenzie umanitarie l’accesso alla popolazione coinvolta nei combattimenti” ha continuato Heller. Mentre nel nord dello Sri Lanka infuria da lunedì quella che l’esercito definisce la battaglia finale per avere ragione delle Ltte e cresce la preoccupazione per la sorte dei civili in fuga e quali ancora intrappolati nel mezzo dei combattimenti, la Francia aveva chiesto una “riunione informale” del gruppo dei 15 per discutere il caso. Intanto si aggrava la situazione sul campo. “Siamo estremamente preoccupati: gli scontri sono in corso in una zona di pochi chilometri quadrati con decine dei migliaia di civili intrappolati” dice alla MISNA Gordon Wise, portavoce delle Nazioni Unite in Sri Lanka. L’esercito e il governo sostengono che le truppe sul campo non stanno usando l’artiglieria per non colpire i civili, cercando di aprirsi un varco con la fanteria. “Lo dicono da mesi, ma noi abbiamo informazioni che i bombardamenti sono continuati e continuano tutt’ora” sottolinea Wise, ribadendo il richiamo dell’ufficio di Colombo dell’Onu di dichiarare una tregua e permettere agli operatori umanitari di accedere alla zona per soccorrere i civili. Sulla dichiarazione di ieri dell’esercito che 100.000 civili sono fuggiti dall’area dei combattimenti, Sarasi Wijeratne, portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) dice alla MISNA che l’organizzazione umanitaria non può “né negare né confermare queste cifre” ma ” possiamo dire che finora 40.000 persone sono arrivate nel distretto di Vanuniya”, nelle retrovie dove sono concentrati i campi profughi. Impossibile sapere il numero dei civili uccisi e feriti, ma l’interlocutrice conferma che le evacuazioni guidate dal Icrc di feriti e malati stanno continuando.

“L’ultimo trasferimento è stato ieri con 350 tra feriti, malati e loro accompagnatori dal campo medico di Mullaivaikal” dice Wijeratne riferendosi alla nuova struttura di fortuna allestita a sud del precedente campo a Putumattalan, abbandonato lunedì per la pressione dei combattimenti. In tutto sono 10300 i civili feriti e loro parenti portati via mare al Trincomalee, ed affidati agli ospedali locali. Il portavoce della Croce Rossa internazionale sottolinea la preoccupazione per le migliaia di civili nelle zone di combattimento rimasti senza cibo e medicine. “L’ultimo invio autorizzato dal governo è stato il 1° aprile: una nave con 1030 tonnellate cubiche soprattutto di riso e altri generi alimentari e un po’ di medicine” riferisce Wijeratne, precisando che da gennaio gli invia sono stati 14 per un totale di 2200 tonnellate cubiche di aiuti “assolutamente insufficienti per rispondere alle esigenze” conclude.

 (fonte: Misna)