Stati Uniti, adozioni coppie omosessuali: in più di metà dei casi sono un fallimento

Una ricerca accademica rimette in luce la questione che lega adozioni e coppie omosessuali. Uno studio svolto negli Stati Uniti sostiene che i bambini che hanno trascorso l’infanzia con un padre e una madre tradizionalmente sposati, nonché permanentemente legati nel vincolo matrimoniale, risulterebbero più adatti a vivere la vita adulta con successo.

È quanto ha diffuso anche il quotidiano La Stampa lo scorso 12 giugno riprendendo la ricerca del professor Mark Regnerus, dell’Università del Texas. Regnerus ha diffuso anche dati relativi ai figli adottati da coppie dello stesso sesso: i giovani avrebbero superato negativamente i test proposti dalla sua équipe su questioni come ricerca di impiego a tempo pieno, depressione, qualità delle relazioni sentimentali, impulsività, senso di attaccamento alle persone. I figli adottati da coppie omosessuali di sesso femminile hanno dato risultati negativi su 24 delle 40 categorie di test; in 19 categorie, infine, quelli allevati da omosessuali maschi.

Immediato il polverone di discussioni sollevate in patria e all’estero, a partire dal raggio della ricerca: sarebbe ancora «troppo ristretto» il numero di giovani al quale è stato sottoposto il test (tremila giovani adulti americani dai 18 ai 39 anni). La questione non è affatto oziosa per Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, ente autorizzato alle adozioni internazionali, che dichiara: «È diritto del bambino crescere in una famiglia ricevendo l’amore di un padre e di una madre. Quello delle adozioni alle coppie omosessuali è un problema che dobbiamo affrontare seriamente in qualità di enti autorizzati e chiama in causa le nostre competenze. Non commettiamo l’errore di partire da un punto di vista sociologico o politico – puntualizza Griffini – partiamo da un punto di vista psicologico. Già il minore abbandonato è costretto a subire le conseguenze di un trauma senza eguali come quello dell’abbandono, che rende lungo e delicato il percorso di ricostruzione dell’autostima, dell’identità e degli affetti. Ricevere come “famiglia” due genitori dello stesso sesso, quali punti di riferimento può dare a uno sviluppo della sua identità?».