Storia di adozione: dal paese più alto del mondo un angelo peruviano

“La nostra storia di adozione è iniziata il Lunedì dell’Angelo, quando siamo arrivati nel paese più alto del mondo (4.400 metri di altitudine, Cerro de Pasco), per incontrare Rosita, il nostro angelo.”

Sono trascorsi quasi dieci mesi dal giorno in cui Rosita, una bambina di otto anni originaria del Perù, è entrata a far parte della sua famiglia adottiva; dieci mesi che, come racconta la madre, sembrano essere diventati l’intera infanzia della bambina. Ne abbiamo parlato con la madre, per conoscere questa storia di adozione:

Qual è stata la vostra esperienza?

Ogni giorno che passa abbiamo la conferma di una cosa straordinaria: io e mio marito siamo stati adottati da Rosita. Si è visto fin dal primissimo momento, quando siamo arrivati in Perù. Dopo il lungo e difficoltoso viaggio per arrivare nel suo villaggio – il “paese più alto del mondo”, come annunciava una targa all’ingresso del borgo – mio marito ed io abbiamo avuto una serie di episodi di malessere per l’altitudine e lo sbalzo di pressione. E’ da quel momento che Rosita ha deciso di adottarci. Il giorno dopo che l’avevamo conosciuta si è presentata in hotel: era preoccupata per il nostro lieve malessere e così aveva pensato di regalarci alcuni disegni per farci sentire meglio. Ancora non parlava una parola di italiano, ma con le sue attenzioni voleva farci capire che voleva prendersi cura di noi.

A dieci mesi dall’adozione quali sono stati i momenti più significativi?

E’ passato quasi un anno ma ci sembra che Rosita sia sempre stata con noi. Anche se ha quasi nove anni, é come se la sua infanzia si fosse svolta in quest’ultimo anno. Tutto è avvenuto con estrema gradualità, senza forzare le tappe: l’inizio della scuola, le amicizie con i coetanei, lo sport, il catechismo sono stati traguardi guadagnati giorno per giorno con entusiasmo. Passo dopo passo abbiamo creato la nostra vita insieme ed è una gioia indescrivibile quella che ci accompagna ogni giorno. E’ una bambina estremamente vivace e intelligente, ci sorprende sempre.

Se volesse lanciare un messaggio ai genitori che iniziano il percorso adottivo cosa direbbe?

Una cosa è fondamentale: andare oltre le proprie necessità e capire quelle dei bambini. Consiglierei di aprirsi a questi bambini, perché sono loro che vogliono adottare i genitori. Se penso ai dubbi che avevamo all’inizio dell’iter adottivo, l’età del bimbo per esempio, devo riconoscere che effettivamente non esiste nessun tipo di limite. Adottare un bambino non più piccolo è una grande opportunità perché dà la possibilità ai genitori di costruire una famiglia con un bimbo che ha già consapevolezza di sé, della propria storia, del sogno di essere diventato figlio.