Swaziland: il 33% dei bambini sono orfani

Lo stato dello Swaziland, secondo il rapporto del Forum Africano per le Politiche Minorili, è uno dei 10 paesi meno adatti ai bambini.

La causa di ciò, secondo Clara Dube, esperta UNICEF per la protezione dei minori, sono le diverse

convenzioni e protocolli in materia di diritti per l’infanzia che il paese ha firmato ma non ha mai adottato.
A tal proposito, durante lo Swaziland Forum per il Partenariato che si è svolto il mese scorso, il vice primo ministro Themba Masuku ha assicurato che il Paese nei prossimi sei mesi varerà delle leggi per attuare tutte le convenzioni ed i protocolli internazionali vigenti a sostegno dei minori.

Ad oggi, però, la situazione in Swaziland è particolarmente allarmante, almeno il 33 per cento dei bambini nel Paese sono orfani, una condizione che li priva dei diritti umani fondamentali.

Il vice primo ministro Themba Masuku ha ribadito che se tale situazione non sarà corretta, il paese potrebbe trovarsi con una società violenta, che non conosce il valore della pace e della prosperità.

“Un bambino orfano vive una situazione critica, dal momento che non può soddisfare i bisogni di base come la sanità, l’istruzione e i bisogni fisiologici. La realtà è che questi bisogni insoddisfatti aumentano il rischio del bambino di rimanere escluso dalla scuola e di non avere accesso ai servizi sanitari.

Nel paese vi è poi un ulteriore grande problema da affrontare, che riguarda tutti quei bambini affetti da HIV che muoiono a causa della mancanza di cure mediche“.

Masuko ha anche ricordato che il Ministero della Pianificazione Economica ha recentemente rivelato che la percentuale di bambini, da 0 a 5 anni, che vivono in condizioni di stento, è incrementata in modo preoccupante (dal 29% al 36%) nel corso degli ultimi cinque anni.

La risposta del paese a tali problemi, è stata l’introduzione di un sistema di assistenza fondato sulla realizzazione di punti di quartiere: strutture di riferimento per i bambini nelle comunità, dove ricevere ogni giorno cure, sostegno psicologico, un pasto, assistenza sanitaria di base e la possibilità di attività ricreative.

(Fonte: The Swazi Observer)