Texas: strage di bambini in una scuola elementare. I 19 piccoli avevano tra i 7 e i 10 anni di età

L’autore è un ragazzino di 18 anni che aveva frequentato la stessa scuola elementare dov’è tornato per compiere la strage. I presumibili motivi del folle gesto

Diciannove piccoli alunni della scuola elementare Robb Elementary School di Uvalde in Texas e due adulti, sono stati uccisi martedì mattina senza alcuna pietà da Salvador Ramos, un ragazzino di soli 18 anni.

Le forze dell’ordine americane stanno facendo ancora chiarezza su quanto accaduto, ma più passa il tempo più si delinea il quadro della terribile vicenda.

Prima di raggiungere la scuola per compiere la strage, il killer avrebbe aperto il fuoco contro sua nonna, la quale sembrerebbe fortunatamente essere sopravvissuta al tentativo di omicidio. Raggiunta la scuola elementare, situata nella stessa zona dove Ramos frequentava la High School, il giovane avrebbe imbracciato il fucile compiendo il terribile massacro, prima di essere freddato a sua volta dalla polizia. I piccoli 19 angeli, avrebbero avuto un’età compresa tra i 7 e i 10 anni.

Sembrerebbe che il giovane, si legge sull’Ansa, avrebbe acquistato due fucili come regalo per i suoi 18 anni.

Il cordoglio di Papa Francesco e il messaggio del presidente Biden

 Quest’atto così terribilmente folle, feroce e sprezzante della vita umana ha colpito l’opinione pubblica di tutto il mondo. Avvenire rende noto come il presidente americano Biden, nel discorso ai cittadini dopo la sparatoria, abbia dichiarato: “Sono stanco, dobbiamo agire sulle armi. Queste carneficine avvengono soltanto in Usa”. “Possiamo fare di più e dobbiamo fare di più; Quando per l’amor del cielo affronteremo la lobby delle armi?”

Ho il cuore affranto – ha dichiarato Papa Francesco– per la strage nella scuola elementare in Texas. Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie. È tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi! Impegniamoci tutti perché tragedie così non possano più accadere”.

Salvador Ramos da bambino bullizzato a giovane violento

Il pensiero che affiora alla mente è come sia possibile che un giovanissimo, non ancora uomo, un ragazzino di 18 anni possa decidere di imbracciare un fucile per porre fine alla vita di 21 persone innocenti e terminare in quel terribile modo anche la propria esistenza.

Più passa il tempo, più trapelano informazioni sul giovane killer. Si cerca di scandagliare il suo passato, la sua vita, alla ricerca della scintilla che può aver dato vita a questa assurda strage degli innocenti.

Ecco allora che sul Corriere della Sera, si scopre che Salvador Ramos aveva frequentato la stessa scuola elementare dov’è tornato per compiere la strage. Del difficile rapporto con la madre, che sembrerebbe fare “uso di droghe”. Del fatto che a scuola, da bambino, venisse bullizzato dai compagni perché balbuziente. Un ragazzo che nel corso del tempo è divenuto sempre più solitario e sempre più violento.

E allora, ci viene da pensare: e se Salvador Ramos nel cammino della sua giovane vita avesse trovato qualcuno che l’avesse aiutato a uscire dal suo guscio di solitudine e di fragilità?. Se avesse trovato una mano tesa che l’avesse aiutato nei giorni in cui era bullizzato dai suoi compagni per le sue vulnerabilità?. Attenzione, è lontano mille anni luce da noi tentare di comprendere il suo folle atto o di trovare una giustificazione alla sua orribile azione. Ma solo se fosse accaduto, che qualcuno avesse tentato di squarciare quel terribile velo di solitudine, rancore e violenza, magari, 21 vite sarebbero ancora al mondo, in cammino verso il loro futuro. Anzi 22.