“Togliete la pietra dell’abbandono”

rosarioCome ogni primo sabato del mese, si rinnova la tradizione, ormai ben consolidata tra le famiglie adottive e affidatarie della Comunità “la Pietra Scartata, di rivolgere un invito a tutte le famiglie accoglienti e a quelle che si apprestano a diventare tali a recitare il santo Rosario per i bambini abbandonati.

La meditazione del mese di aprile, che accompagna la lettura del brano del Vangelo, è curata dai coniugi  Renata e Giovanni Solfrizzi della comunità del quartiere Affori di Milano. Il passo del Vangelo scelto per questo mese è quello della resurrezione di Lazzaro.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni 11,38-45

Gesù, commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

COMMENTO

Il Vangelo di Lazzaro è metafora piena di tutte le storie di accoglienza, e in particolare di quelle di adozione. Come Lazzaro nel sepolcro, un bambino abbandonato è irrimediabilmente prigioniero del peccato e della morte. Mamma e papà, l’intera famiglia accogliente e adottiva, sono una vera resurrezione per un bambino abbandonato, che ha perso perfino la condizione più naturale dell’uomo, quella di figlio.

Per questo non è difficile riconoscersi nella storia di Lazzaro, della sua morte e resurrezione.

è un cammino che chiama in causa anzitutto la nostra responsabilità: se lo vogliamo, siamo strumenti del disegno di Dio.

Come Gesù con Lazzaro, siamo chiamati alla pazienza nell’attesa (Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava) prima di andare incontro a nostro figlio, ma anche, dopo averlo accolto, alla pazienza nel percorrere insieme a lui, condividendole al suo fianco, tutte le sue sofferenze.

E come Gesù con Lazzaro, nella nostra storia adottiva, troveremo sempre vicino a noi qualcuno sfiduciato, che come Maria rimane seduto in casa, o come Marta si dispera perché tutto è ormai perduto (Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!).

Gesù è venuto per togliere la pietra, ma a condizione che noi crediamo, incondizionatamente, che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo perché solo così potremo vedere la gloria di Dio. E il disegno si compie pienamente solo con l’ultimo comando di Gesù: Liberàtelo e lasciàtelo andare.

Se crediamo, come Gesù con Lazzaro, qualunque cosa chiederemo a Dio, Dio ce la concederà, e potremo rendergli grazie perché ci avrà ascoltato.

Se lo vogliamo, siamo strumenti del disegno di Dio: Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato.

Ma Lazzaro … già da quattro giorni era nel sepolcro: il disegno di Dio si compie solo se nel cuore dei bambini abbandonati rimane accesa la fiammella della speranza contro ogni speranza.

 

Preghiamo:

Nel primo mistero preghiamo per tutte le famiglie del mondo, perché nella diversità delle condizioni sappiano ascoltare la chiamata all’accoglienza e possano sentirsi strumento del disegno divino di salvezza per ogni bambino abbandonato.

 

Nel secondo mistero preghiamo per tutti i genitori che soffrono nell’attesa o nelle fatiche quotidiane dei figli, perché non manchi mai loro la pazienza e la fiducia nel riconoscere la malattia non porta alla morte, ma è per la gloria di Dio.

 

Nel terzo mistero preghiamo per tutti coloro che sono ormai sfiduciati e rimangono seduti in casa perché Lazzaro è ormai nel sepolcro già da quattro giorni, perché il Signore volga il loro cuore e mostri loro che chiunque vive e crede in Dio non morirà in eterno.

 

Nel quarto mistero preghiamo per tutti i genitori, adottivi, affidatari e comunque accoglienti, perché siano capaci di crescere i propri figli preparandoli e preparandosi a liberarli e lasciarli andare.

 

Nel quinto mistero preghiamo per tutti gli “altri nostri figli” gli abbandonati di tutto il mondo, perché anche la nostra preghiera contribuisca a tenere accesa nel loro cuore la “speranza contro ogni speranza” di poter tornare un giorno figli.