Torture e violenze: il dramma dei “bambini stregone”

Bambini orfani, handicappati e tutti coloro che hanno comportamenti considerati come “insoliti” (testardi, aggressivi, introversi o solitari). I più fragili, i più indifesi. Sono proprio loro ad essere accusati di stregoneria molto spesso dai loro stessi genitori. Secondo l’Unicef si tratta di una pratica che coinvolge decine di migliaia di bambini in tutta l’Africa. Il principale potere attribuito ai bambini-stregoni è quello di agire partendo da un mondo invisibile sul mondo visibile in modo nefasto. Secondo la credenza popolare, questi bambini compirebbero maledizioni che colpiscono un membro della famiglia, al fine di sacrificarlo. I bambini sono quindi accusati di provocare la diarrea, il paludismo, la tubercolosi, l’HIV e l’AIDS. Sono anche accusati di provocare un malessere generale, la povertà, la disoccupazione o qualsiasi tipo d’ insuccesso.

Alcuni mesi fa Nwanaokwo Edet, un bambino nigeriano di nove anni è stato accusato di stregoneria dal pastore di riferimento della sua famiglia. Suo padre provò a fargli bere dell’acido nel tentativo di “esorcizzarlo”. Nwanaokwo ribellandosi si bruciò il viso e gli occhi. Ricoverato in grave condizioni morì un mese più tardi.

Quello di Nawanaokwo, sfortunatamente, non è un caso isolato. Circa 15mila bambini sono stati accusati di stregoneria negli ultimi dieci anni in due stati della Repubblica federale della Nigeria. Più di 20mila, invece, solo nella città di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo. Di questi, ne sono morti almeno 2mila. Dati che fanno venire i brividi, raccolti dall’Unicef, da organizzazioni non governative, da gruppi di militanti e di volontari che svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro questo fenomeno.

La miseria, i conflitti, la mancanza d’istruzione sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo ed il radicamento di questo tipo di pratiche. Quando si è sotto pressione si cerca un capro espiatorio. Basta quindi la morte di una persona vicina, la perdita dell’impiego o qualsiasi altro fatto negativo per riversare assurde accuse su bambini che non hanno mezzi per difendersi. Accuse che si basano sulle credenze tradizionali secondo le quali c’è sempre qualcuno che è responsabile di un cambiamento negativo.

Un pastore mi ha bruciato il corpo con delle candele. In un’altra chiesa ancora, mi hanno versato negli occhi resina d’albero” testimonia Glodie Mbete, un bambino di 11 anni di Kinshasa.

Secondo un rapporto dell’Unicef (“Les enfants accusés de sorcellerie” pubblicato nel luglio 2010), una spiegazione a questo fenomeno può essere ritrovata nell’urbanizzazione delle città che ha determinato una disgregazione generale della famiglia. L’urbanizzazione rimette in discussione la legittimità della gerarchia familiare. Inoltre, gli incessanti conflitti causano un drammatico aumento del numero di orfani di cui nessuno si vuole prendere cura e che spesso vengono utilizzati da pastori-stregoni per attirare fedeli e creare un facile giro d’affari.

La forte credenza nei riti magici e nella stregoneria infatti, è stata sfruttata da numerosi stregoni i quali hanno proposto costosi servizi di esorcismo. Le famiglie portano i propri figli-stregoni presso questi pastori che confermata la legittimità dell’accusa iniziano il “trattamento spirituale”. Il bambino viene isolato, privato del cibo per parecchi giorni e picchiato.

Per tre giorni non ho né bevuto né mangiato”, racconta il piccolo Bruno, accusato di stregoneria a Kinshasa. “Il quarto giorno, il profeta mi ha fatto mettere le mani sotto un cero per farmi confessare. Allora ho riconosciuto tutte le accuse e le violenze hanno avuto fine. Coloro che non confessano vengono minacciati di essere frustati”.

(Fonte: dirittodicronaca.com)