Toscana, cresce il «no» dei medici all’interruzione delle gravidanze

«Troppi obiettori di coscienza: è in pericolo il “diritto delle donne ad abortire”». In Toscana – secondo l’Aied, Associazione italiana per l’educazione demografica – ormai quasi tutti i ginecologi e gli anestesisti non praticherebbero più interruzioni volontarie di gravidanza. Ad affermarlo a Pisa alcuni medici e filosofi intervenuti a un convegno per una “Giornata nazionale contro l’obiezione di coscienza” che si commenta da sé.

Critico Aldo Ciappi, giurista, presidente di Scienza & Vita di Pisa e Livorno: «Non gli va proprio giù che una percentuale sempre maggiore di medici anche in Toscana si rifiutino di praticare questo intervento». La diffusione dell’obiezione di coscienza, diversamente da quanto afferma per motivi polemici chi parla di aborto come «diritto», corrisponde a una crescente consapevolezza nella categoria medica e infermieristica sull’effettiva missione professionale. Che di certo non prevede la soppressione di una vita umana.

(Da Avvenire, 21 giugno 2012)