Treviso: bimba down insultata al ristorante

bambino down“Quando si hanno dei figli mongoli è meglio restarsene a casa” : è questa la frase con cui il cliente di una pizzeria di Treviso ha apostrofato i genitori di una bambina down.

Stupisce leggere un’affermazione così intollerante e grave?

Forse  non dovrebbe, se consideriamo che nel nostro Paese si alimenta di giorno in giorno un clima di intollerenza nei confronti del « diverso », sia esso un clandestino di Rosarno, un calciatore dalla pelle scura, un minore non accompagnato che ha come casa le strade di una città italiana.

A Treviso razzismo e inciviltà si sono scatenati contro una bambina down e la sua famiglia. Un uomo seduto vicino al tavolo della bambina si è sentito infastidito dalla sua presenza ed ha esternato così la sua intolleranza con la frase razzista. La famiglia – padre, madre e quattro bambine dai tre ai nove anni – aveva appena finito di mangiare la pizza e, in attesa del caffè, una cameriera intratteneva la più grande facendola giocare con dei ritagli di carta. Un foglietto è inavvertitamente volato sul tavolo vicino, dove un signore stava cenando insieme alla famiglia e ad alcuni amici, cadendo vicino ad un piatto: la reazione è stata quella frase brutale e intollerante che ha creato il gelo.

Per non turbare ulteriormente la bambina, il padre non ha reagito all’offesa ma, non volendo far passare sotto silenzio questo atto di inciviltà, ha scritto una lettera alla « Tribuna di Treviso ».

« L’ho fatto perchè simili scene non accadano più – ha scritto il padre nella lettera aperta – In un istante quell’uomo è riuscito a rovinare una tranquilla serata, ma non ho voluto che mia figlia assistesse a una scenata, che avrebbe trasformato un bel ricordo in un trauma. »

Una scelta che farebbe qualsiasi genitore per non far sentire inadeguato e diverso il proprio figlio.