Una petizione per riaprire le adozioni internazionali in Romania

invisibiliIl Governo di Bucarest non sembrerebbe disposto a riaprire le adozioni internazionali dei minori rumeni, nonostante la gravità del fenomeno dell’abbandono minorile nel Paese (80mila minori fuori famiglia). Dalle associazioni locali arriva una pressante richiesta per riaprirle: un coordinamento di ONG rumene il cui capofila è Chatarsis, associazione impegnata da anni nelle attività di lobby nazionale e internazionale per la riapertura delle adozioni, ha lanciato il 2 giugno in Romania una petizione per sbloccarle.

La campagna e’ stata lanciata nella Piata Sfatului di Brasov, città a circa 200 km da Bucarest. Obiettivo: raccogliere 100mila firme da presentare al Governo per chiedere la modifica della legge sull’adozione.

Secondo Azota Popescu, presidente di Chatarsis “la legislazione rumena sulle adozioni viola il diritto fondamentale del bambino ad avere una famiglia, come previsto nella Convenzione dell’ONU del 1989 e della Convenzione dell’Aja del 1993, entrambe ratificate dal Parlamento della Romania.”

Lo scorso aprile il presidente Traian Basescu aveva ribadito la decisione di non sbloccare le adozioni internazionali: “finché sarò presidente non sarà modificata la legge sulle adozioni, nonostante si sia creata una lobby a Bruxelles favorevole alla riapertura”; questa le dichiarazione perentorie rilasciate da Basescu alla stampa locale.

Numerosi gli europarlamentari che hanno presentato interrogazioni scritte e hanno fatto ricorso agli strumenti previsti dalla istituzioni europee per spingere l’UE a prendere una posizione nei confronti del governo rumeno. Da gennaio sono state inviate quattro interrogazioni per un intervento sulla drammatica condizione dei minori abbandonanti rumeni da parte degli euro-deputati(On.Sajjad Karim, On.Catherine Stihler, On.Charles Tannock, On.Cristiana Muscardini), tra loro nemmeno un rappresentante di Bucarest.

Ai.Bi. aveva presentato a fine marzo la petizione 1120/2009 chiedendo alle istituzioni europee di intervenire affinché la Romania si conformasse alle Raccomandazioni del Comitato ONU sui diritti dei minori del 12 giugno 2009 e riaprisse così le adozioni internazionali.