Una sede degli enti in ogni regione. Votanti divisi.

famigliaNecessario l’accompagnamento delle coppie nella fase del post-adozione, anche se questo viene considerato un bisogno svincolato dalla regionalizzazione degli enti.

In altre parole le famiglie chiedono che per legge la delicata fase del post-adozione sia seguita dagli enti e dai servizi territoriali, però non ritengono essenziale avere una sede dell’ente nella propria regione. Sono questi i risultati, di fatto contraddittori, di due sondaggi pubblicati su “Ai.Bi. News”. Da una parte l’80% dei votanti aveva chiesto, lo scorso 15 febbraio, di rendere obbligatorio il post-adozione per sostenere la coppia dopo l’ingresso del figlio in famiglia; nel sondaggio successivo i votanti si sono divisi sulla proposta di regionalizzare degli enti, evidenziando che non è strettamente necessario avere a disposizione una sede dell’ente nella regione di appartenenza.

Seguire le coppie sul territorio è un requisito essenziale per offrire un servizio di sostegno e rispondere così alla sfide dell’adozione.

In una proposta di modifica dell’attuale legge sull’adozione (183/1984) Ai.Bi. ha sottolineato che l’ente dovrebbe essere autorizzato a operare solo nelle regioni in cui ha una sede per seguire le coppie prima nel momento della formazione, poi nella delicata fase dell’ingresso del figlio adottivo in famiglia.

Del resto come si può realizzare un accompagnamento articolato se la coppia non ha la possibilità di rivolgersi alla sede regionale del suo ente?

Solo gli enti capaci di gestire un percorso di formazione in collaborazione con le realtà territoriali possono offrire un servizio di qualità, adeguato ai bisogni delle famiglie che intendono accogliere un bambino.