Unhcr: “Che razza di mondo è quello in cui i rifugiati vengono respinti?”

profughi siria2L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati ha recentemente diffuso i dati sulle migrazioni forzate provocate da 3 anni di guerra in civile in Siria. Al momento il Paese mediorientale ha conquistato il poco invidiabile primato mondiale di profughi, con oltre 9 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case, almeno la metà rappresentata da bambini. Un dato pari a circa il 40% dell’intera popolazione. Di queste, più di 2 milioni e mezzo hanno cercato rifugio nei Paesi limitrofi, mentre gli altri 6,5 milioni sono sfollati all’interno della stessa Siria. E le previsioni dicono che, in assenza di visibili progressi per il raggiungimento di una soluzione pacifica del conflitto, questi numeri sono destinati ad aumentare.

“è inconcepibile che una catastrofe umanitaria di questa portata – ha dichiarato l’Alto commissario Antonio Guterressi svolga sotto i nostri occhi senza che venga compiuto alcun significativo passo avanti per fermare un simile spargimento di sangue. Nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per il raggiungimento della pace e per alleviare le sofferenze di tutte le persone innocenti coinvolte nel conflitto e costrette ad abbandonare le loro case, le loro comunità, il lavoro che avevano e le scuole che frequentavano”.

La maggior parte dei rifugiati siriani si è riversata inevitabilmente nei Paesi confinanti, provocando “dirompenti conseguenze sociali ed economiche”. Questi Stati “hanno bisogno di un sostegno internazionale molto più importante di quello che hanno ricevuto fin’ora – avverte ancora Guterres –, sia finanziariamente che in termini di impegno nel ricevere e proteggere i rifugiati siriani in altre parti del mondo”.

Solo in Libano vive già più di un milione di sfollati siriani: una cifra che rischia di salire fino a 1,6 milioni entro la fine del 2014. Il Paese dei cedri ha la più alta concentrazione mondiale di rifugiati in rapporto alla popolazione totale: 230 ogni 1000 cittadini libanesi, 70 volte più della Francia e 280 volte più degli Stati Uniti.

Non meno grave la situazione in Giordania, dove la domanda di assistenza sanitaria ha portato a una scarsità di medicinali in un territorio già afflitto da una carenza di acqua potabile sia per i profughi che per i giordani. Si è calcolato che sarebbe necessaria una spesa di 1,7 miliardi di dollari per garantire a tutti acqua, pane, gas ed elettricità.

L’Unhcr mette in evidenza come il problema dei rifugiati siriani interessi sempre più anche altre zone del mondo, al di là dei Paesi del Medio Oriente. Dall’inizio della guerra civile, nel marzo 2011, 56mila siriani hanno presentato domanda d’asilo in Europa, per la maggior parte in Svezia e Germania. Ma anche in questo caso il numero è destinato a salire, come dimostra il fatto che sempre più persone cercano salvezza via mare, mettendo il proprio destino nelle mani dei trafficanti di esseri umani e approdando irregolarmente sulle coste dei Paesi del sud del Mediterraneo o raggiungendo via terra l’Europa dell’est. Spesso con esiti tragici: dei circa 700 morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nel corso del 2013, 250 provenivano dalla Siria. Senza dimenticare i 625mila rifugiati ospitati attualmente in Turchia.

“Che razza di mondo è questo – si chiede Guterres –, dove i siriani in fuga da un conflitto così violento si trovano a rischiare la vita per cercare protezione, e quando finalmente riescono a farlo, non sono accolti o addirittura vengono respinti alle frontiere?”

L’Unchr da parte sua ha fatto appello ai Paesi europei, americani, asiatici e del Pacifico affinché rendano disponibili 30mila posti nel 2014 e 100mila nel biennio seguente. Ai Paesi ospitanti inoltre è stato chiesto di prendere in considerazione altre modalità per regolare gli ingressi, come il ricongiungimento familiare o la proroga dei visti per studenti e lavoratori.

 

Fonte: AgenParl