Unione Europea: due settimane di congedo anche ai papà.

Padri a casa per due settimane con il figlio appena nato, senza dover chiedere permessi speciali e con lo stipendio al 100%.

E’ questa la principale novità emersa dalle modifiche approvate dal Parlamento europeo al nuovo progetto della Commissione in materia di legislazione UE sui congedi parentali (390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti).

Il Parlamento vuole che anche i padri abbiano pieno diritto al congedo minimo obbligatorio e retribuito nel momento in cui in casa arriva un nuovo figlio.

Per le donne è stato chiesto che tutti i paesi UE prevedano, come avviene già in Italia, un minimo di 5 mesi di congedo obbligatorio retribuito (molti Paesi, come ad esempio la Germania prevedono garanzie inferiori).

Il dibattito politico su questa tema è stato accompagnato da un clima particolarmente acceso, che ha provocato anche contrasti tra gli eurodeputati. Da sottolineare invece la compattezza della delegazione italiana che ha appoggiato pienamente la proposta.

Se le modifiche approvate dal Parlamento verranno confermate si aprirebbe una nuova strada anche per i padri adottivi che oggi devono affrontare la genitorialità adottiva senza neanche un giorno di congedo retribuito.

 Il problema delicato legato alla genitorialità adottiva è che di regola il procedimento comporta per i genitori costi, viaggi e molto tempo da dedicare prima dell’adozione, ma anche una presenza attiva dopo l’ingresso in Italia del minore, che è convenzionalmente e legalmente equiparato al momento della “nascita”.

L’esigenza di entrambi i genitori adottivi di essere fisicamente “presenti” varia a seconda delle esigenze del minore adottato, a seconda dell’età e del vissuto del singolo minore. Pensiamo ai bisogni che possono avere le coppie adottive, una volta rientrate in Italia: l’inserimento a scuola del bambino, il problema della lingua.

Anche la presenza del padre è necessaria in tutte queste fasi, specie se si considera che la realtà dell’adozione internazionale è lo sviluppo dell’accoglienza dei minori definiti “special need”, cioè gruppi di fratelli, minori dai sette anni in su, con problemi di salute fisica o con traumi psicologici, tutto quanto richiede cure particolari.

Considerata la situazione attuale, l’importante novità delle due settimane ai padri è davvero il minimo da garantire al più presto anche per le adozioni internazionali.