Uscito il n 14: Chi erano i due discepoli di Emmaus?

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Chi erano in realtà i due discepoli di Emmaus? E’ significativo il fatto che non vi sia stata una grande ricerca biblica per sapere chi fossero: due discepoli e basta. Eppure l’ evangelista Luca ne dice addirittura il nome, Cleopa, un nome che ci riconduce direttamente a ciò che avvenne sotto la croce, a quelle poche persone testimoni della morte di Gesù: Maria, “madre” di Cleopa, secondo Giovanni, ma secondo la Bibbia di Gerusalemme , “moglie” di Cleopa. 

Gesù si manifesta così ad una coppia di sposi ed è proprio con una coppia di sposi che Gesù svolge la prima catechesi della storia affidando a loro l’annuncio della salvezza.

Riflessioni che Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini, sviluppa ne Il paradigma di Emmaus, nel fascicolo n. 14 Lemà sabactàni?”, rivista semestrale dedicata al percorso e alla trama di relazioni vissute dai due discepoli incamminati verso Emmaus.

Mentre il Sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco sarà chiamato a raccogliere la sollecitazione,avanzata nell’Istrumentum Laboris, a valorizzare e approfondire la realtà dell’adozione e dell’affido, anche all’interno della teologia del matrimonio e della famiglia,prosegue il servizio di “Lemà sabactàni?”, Rivista semestrale squisitamente orientata in tale prospettiva; il fascicolo n. 14 è dedicato al percorso e alla trama di relazioni vissute dai due discepoli incamminati verso Emmaus.

Sono innumerevoli le letture ed i commenti che da sempre hanno richiamato e sottolineato la preziosità del brano del vangelo di cui sono state da sempre proposte moltissime letture: quella propriamente biblica, quella catechetica, quella spirituale, quella liturgica…Anche la spiritualità dell’accoglienza ha desiderato ascoltare questo testo, leggendolo, meditandolo, contemplandolo, sino a raccoglierne quella struttura fondamentale e paradigmatica peraltro riconoscibile e iscritta anche nelle proprie dinamiche costitutive.

Le famiglie del movimento Amici dei Bambini e della Pietra Scartata hanno così dedicato il 2014 ad una rilettura del brano del Vangelo di Luca secondo un itinerario che in questo numero della Rivista viene condiviso. In occasione di una Lectio Divina organizzata per le famiglie della Regione Lombardia, don Maurizio Chiodi ha elaborato un commento al brano dedicato ai cosiddetti “discepoli di Emmaus”; l’esperienza è stata poi riproposta a livello nazionale con il coinvolgimento di altri gruppi familiari. In questo fascicolo sono disponibili sia il commento di don Maurizio Chiodi («Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi …?»), sia i testi delle riflessioni dei gruppi familiari (Meditando sui discepoli di Emmaus), emerse durante il loro incontro, ispirate dalla Lectio in rapporto alla propria storia/esperienza di accoglienza adottiva e/o affidataria.

Insieme ai testi del cammino compiuto dalle famiglie, il fascicolo propone inoltre riflessioni e studi tesi ad esplorare ulteriormente il brano e la sua capacità di essere istruttivo, educativo ed evocativo, anche per l’esperienza adottiva e affidataria: alla riflessione sul tema svolta da Marco Griffini (Il paradigma di Emmaus), seguono lo studio del biblista Pasquale Pezzoli (Il racconto di Emmaus) e i contributi dei teologi Saulo Monti (Il viaggio della memoria e del ricordo: dall’abbandono al riconoscimento testimoniale), Antonella Fraccaro (Da Gerusalemme a Emmaus: Il viaggio paradigmatico e le tappe dell’adozione) e Maurizio Chiodi (Emmaus: paradigma per comprendere l’adozione e l’affido).

Il fascicolo è impreziosito dalla riproduzione delle opere dell’artista Arcabas dedicate all’incontro di Emmaus, dipinti in grado – secondo Pezzoli – di “tradurre molto bene quello che è il senso di quell’episodio”. Le immagini che riproducono le opere di Arcabas sono accompagnate da un commento loro dedicato dal teologo Ezio Bolis.