Utero in affitto in Ucraina. I bimbi bloccati all’hotel “Venezia”, circondato da filo spinato…

“Se la quarantena proseguisse, il numero dei bambini nati da utero in affitto e bloccati nel Paese potrebbe salire fino a un migliaio” Cosi il Commissario parlamentare per i Diritti Umani , Denisova

In Ucraina gli oltre 50 bambini nati da utero in affitto ordinati alla compagnia Biotexcom e bloccati nel Paese a causa del lockdown continuano a restare nell’hotel “Venezia” di Kiev. L’albergo è situato sul lato destro del Dniepr. La struttura è stata circondata con filo spinato. Secondo il responsabile della Biotexcom, Albert Tocilovski, come riportato da Suspilne.media, in questo modo i genitori stranieri possono sentirsi “psicologicamente assicurati” nel fatto che la permanenza dei bimbi sia sicura.

“Abbiamo preso a esempio gli hotel in Messico frequentati dagli americani e circondati da filo spinato per farli sentire più al sicuro. Cosi facciamo capire agli stranieri che stare qui è sicuro”. Secondo l’uomo i bambini sono seguiti quotidianamente dai medici e da 14 infermiere pediatriche.

“Abbiamo due grandi baby room dove si trovano i bambini. Anche senza quarantena sarebbero seguiti ugualmente. Non bisogna spaventarsi di questa quantità dei bambini. (…) La medicina riproduttiva si sviluppa. La quantità dei bambini nati in questo modo è aumentata di 10-20 volte e verrà ancora sviluppata”, ha aggiunto Tocilovski.

In albergo sarebbero già arrivati gli operatori sociali che, secondo Tocilovski, avrebbero promesso di favorire la consegna di permessi a partire da parte del Ministero degli Esteri.

Utero in affitto in Ucraina: sul caso hotel Venezia interviene il Commissario Denisova

Il Commissario parlamentare per i Diritti umani dell’Ucraina, Lyudmyla Denisova, ha affermato che “tutti bambini hanno un certificato di nascita. I loro genitori sono tutti stranieri. 15 coppie di genitori sono venute a prendere i bimbi ma sono bloccate nell’albergo e non possono partire per l’estero. Hanno spiegato di essersi rivolti al Ministero degli Esteri, ma questo li ha rinviati alle loro ambasciate”.

La mattina 14 maggio la Denisova ha partecipato a una riunione con i rappresentanti del Ministero degli Esteri per cercare di risolvere il problema. Tuttavia diversi sono gli interrogativi.

A partire dalla portata del fenomeno. Secondo la Denisova, se la quarantena proseguisse, il numero dei bambini nati da utero in affitto e bloccati nel Paese potrebbe salire fino a un migliaio…

“Adesso è chiaro – spiega – che il problema non riguarda sono solo questi 50 bambini in albergo. Bisogna capire se ci sono delle violazioni in questo processo. Se per caso il bambino non è vittima di un traffico. Bisogna studiare questa questione. Forse, conviene lasciare la possibilità di ricorrere alla maternità surrogata solo per i cittadini ucraini”.