41 vittime per l’ennesima strage nel Mediterraneo

Le onde tra la Tunisia e Lampedusa tornano a essere lo scenario di una nuova strage: 41 migranti hanno perso la vita, mentre solo 4 di loro sono stati salvati dalla Guardia Costiera italiana dopo 5 giorni alla deriva su un barchino senza motore

Probabilmente, a ben guardare, l’aspetto più drammatico di quanto accaduto nuovamente al largo delle coste di Lampedusa è che il fatto non faccia quasi più notizia. Sui siti di news, il racconto di quanto accaduto ha faticato a salire in cima alla scaletta delle notizie e, probabilmente, non fosse stato per la foto drammatica e potentissima del barchino alla deriva, ripresa dall’aereo di Sea Watch, la visibilità sarebbe stata ancora minore.
Eppure, secondo le ricostruzioni dei 4 migranti superstiti, che hanno resistito per cinque giorni aggrappati a un mezzo senza motore che definire barca è un eufemismo, sono morte 41 persone.

Una tragedia annunciata

Il gruppo era partito dalla città di Sfax, in Tunisia, con condizioni del mare critiche fin da subito. È bastato un giorno di navigazione perché la tempesta si intensificasse e la barca con a bordo le 45 persone si rovesciasse in mare. A quel punto, pur lontano dagli occhi del mondo, è facile immaginare quali possano essere state le scene a cui solo gli stessi naufraghi hanno assistito. Uno a uno, chi provando a nuotare, chi aggrappandosi un copertone, 41 corpi, di cui almeno 3 bambini, sono spariti tra le onde. 41 vite inghiottite da un mare che non le restituirà. Solo un ragazzo maggiorenne e tre di età compresa tra 15 e 17 anni sono riusciti a rimanere uniti fino a imbattersi nel relitto della piccola barca senza motore che galleggiava alla deriva. È su questo barchino che il velivolo di Frontex li ha individuati, dopo 5 giorni in balia dell’acqua, avvisando la guardia costiera italiana e quella libica. Quest’ultima non è uscita per le condizioni difficili del mare. La nave italiana, invece, ha raggiunto i naufraghi e li ha portati in salvo nell’hotspot di Lampedusa.
Qui, gli inquirenti li stanno ascoltando per cercare di chiarire i dettagli della vicenda, mentre mediatori e psicologi della Croce Rossa li stanno assistendo e supportando.

Con il passare delle ore, però, anche le parole dei 4 sopravvissuti verranno dimenticate in fretta, e l’indifferenza tornerà a richiudersi sopra le notizie dei migranti che quotidianamente affrontano il mare in cerca di speranza, come le onde fanno sui corpi di chi da quel mare non uscirà mai più.