Audizione alla Camera. Voce unanime di Lorenzin (Ministro della Salute) e Amendola (Sottosegretario agli Esteri): “Boschi dia nuova vitalità alle adozioni internazionali, superando la paralisi della CAI”

lorenzin“L’adozione di un bambino è un atto d’amore più grande di generare un figlio biologico, perché ci si carica di bambini con un vissuto anche traumatico”. Parole del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta il 23 maggio in commissione Giustizia della Camera per l’audizione in vista di una riforma della legge sulle adozioni. Riforma che, per il ministro, dovrebbe mirare innanzitutto a “realizzare l’interesse del minore e a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle coppie di intraprendere questo percorso”.

Attenzione puntata sull’adozione internazionale, in merito alla quale, ha riconosciuto Lorenzin, “si stanno registrando grandi difficoltà”. Dovute sicuramente ai problemi economici e alle lungaggini burocratiche, ma soprattutto alle inefficienze fatte registrare negli ultimi 2 anni dalla nostra Autorità Centrale. “Non posso non segnalare – ha detto – che la Commissione Adozioni Internazionali non si riunisce da circa 2 anni in attesa di rinnovo della sua composizione. Abbiamo mandato da tempo la designazione del nostro nuovo rappresentante e speriamo che presto possa riprendere la propria attività”. In merito a questo, Lorenzin si augura che la recente decisione del governo di affidare al ministro Boschi la presidenza della Cai possa “portare nuova vitalità al tema”. Tra le priorità individuate in materia di adozioni internazionali dalla titolare del dicastero sulla Salute c’è la “stipula di accordi bilaterali forti e trasparenti” e il sostegno alle coppie che vogliono adottare. A questo proposito, ha detto il ministro, “è auspicabile un rafforzamento della rete dei consultori per offrire il maggior apporto possibile alle famiglie adottive in rete con gli altri servizi del territorio come le scuole e le Asl”.

Analizzando la situazione attuale, Lorenzin evidenzia come ci sia grande richiesta e grande bisogno di adozioni, ma anche sempre maggiore difficoltà a fare incontrare questi bisogni”. Anziché porre in testa l’interesse dell’adulto, ha detto il ministro, “bisogna riuscire a trovare percorsi che assicurino ai bambini il massimo dei diritti”. A cominciare da assicurare sia ai minori che alle loro famiglie la giusta assistenza psicologica, “per essere preparati a questa grandissima prova”.

Di adozioni internazionali ha parlato anche il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola, anch’egli sentito nel corso dell’audizione. Il quale è tornato sulla paralisi della Cai sottolineando che “la Farnesina ha un proprio membro all’interno della Commissione che non si riunisce da 2 anni, ma che auspichiamo avrà ora un rinnovato slancio”. Amendola ha inoltre ricordato il ruolo svolto dal suo ministero nei casi in cui si siano verificate “criticità straordinarie nei Paesi di provenienza”, come accaduto con la Repubblica Democratica del Congo, “una vicenda nota e dolorosa e a lungo trascinatasi che la Farnesina ha contribuito a sbloccare”.

 

Fonti: Il Velino, 9colonne, Il Sole 24 Ore