La sparata del viceministro Guerra sull’adozione ai gay: “Non c’è distinzione fra coppie omosessuali e non omosessuali”

maria-cecilia-guerra350Ci risiamo: si torna a parlare di adozione da parte di coppie gay, e in grande stile, con un intervento ad alto livello. Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro con delega alle Pari Opportunità, ha rilasciato un’intervista sulla prima pagina de Il Corriere della Sera del 9 gennaio, dal titolo che è tutto un programma (si spera non in senso politico): “Sugli omosessuali basta rinvii: a loro i diritti di tutte le coppie.

D’altro canto, era prevedibile: Renzi, neo segretario del Pd, promuovendo le unioni civili aveva aperto un varco, dentro il quale Guerra, collega di partito, si è infilata a ruota per aprire una vera e propria voragine. Si tratta di un parere personale – ha specificato – ma è pur sempre il parere di un viceministro della Repubblica, non di un cittadino comune.

Alla domanda se ritenesse giusto concedere anche la possibilità di adozione alle coppie omosessuali, l’intervistata ha risposto in maniera chiara: “Personalmente penso di sì, perché sono a favore di una piena equiparazione.

Ancora una volta, dunque, spiace constatare come una certa parte della classe dirigente del paese dimostri di avere le idee confuse, in tema di adozione: l’unico diritto che andrebbe preso in considerazione, infatti, è quello dei figli abbandonati ad avere una famiglia, non quello degli adulti di adottare.

Interviste come quelle rilasciate da Guerra, inoltre, sono fuorvianti, perché mancano il bersaglio: il cuore della questione, infatti, quando si parla di adozione, è la crisi in cui versa il settore. Gli sforzi dell’esecutivo andrebbero indirizzati, prima ancora che verso l’estensione di supposti diritti di pochi (le coppie omosessuali), verso una riforma organica della materia, a tutela dei diritti reali di molti (i bambini abbandonati).

Quale significato ha tirare in ballo i diritti dei gay, quando sono le stesse coppie eterosessuali – a oggi, le uniche autorizzate per legge ad adottare – a “fuggire” dall’adozione stessa? Le ragioni sono molteplici e note, e vanno dalla mancanza di una cultura della coppia intesa come risorsa, al persistere di ostacoli procedurali, burocratici ed economici. In altre parole, invece che interrogarsi sul perché la possibilità di adottare non sia stata ancora estesa agli omosessuali, il viceministro avrebbe dovuto domandarsi: “perché le famiglie, oggi, adottano sempre meno?

Se si volesse entrare nel merito, poi, si potrebbe contestare anche l’opportunità stessa di dare in adozione minori a coppie omosessuali. Chi opera nel settore, infatti, sa che per un bambino abbandonato la priorità è il recupero dell’identità e dell’autostima: se non gli si danno riferimenti precisi, garantendogli la presenza di un padre e di una madre, come si può pensare di aiutarlo a rispondere a questa sua esigenza di ritrovare se stesso, il proprio posto nel mondo e nella società?

Caro viceministro Guerra, si sforzi di guardare l’adozione con gli occhi dei bambini e si accorgerà che non chiedono che una cosa: avere un papà e una mamma, che si prendano cura di loro. E da lì, riparta per convincere i suoi colleghi di governo che la vera priorità è riformare il sistema delle adozioni internazionali, per dare la possibilità a tanti minori in stato di abbandono di avere una famiglia. Il resto può aspettare.